Frammenti di Riflessioni
del Prof. Avv. Pietrangelo Jaricci
Giustizia amministrativa
Il Consiglio di Stato ha evidenziato che, in assenza di specifica istanza di autorizzazione al superamento dei limiti dimensionali, non possono essere presi in considerazione i rilievi svolti nell’atto di appello per violazione di tali limiti, stabiliti con decreto del Presidente del Consiglio di Stato del 22 dicembre 2016: ne consegue la non esaminabilità della parte di appello con cui si reiterano i motivi aggiunti formulati in primo grado.
La Sezione ha, inoltre, dichiarato inammissibile la domanda di condanna al risarcimento del danno proposta, in sede di giurisdizione amministrativa, direttamente nei confronti del funzionario pubblico per l’attività svolta nell’esercizio delle sue funzioni, alla stregua del consolidato indirizzo delle Sezioni unite della Corte di cassazione (Cons. Stato, Sez. IV, 9 marzo 2020, n. 1686).
L’era delle pandemie
“L’età della globalizzazione potrebbe diventare quella delle pandemie? Certo che sì. Come un collasso finanziario in un nodo del sistema contagia l’intero in tempi infinitamente più rapidi che nel passato, come una guerra, una carestia, una crisi mettono in movimento interi popoli che premono su frontiere sempre più virtuali, lo stesso è inevitabile avvenga per le malattie infettive. Natura matrigna perciò? No, cecità culturale e politica. Non eravamo stati forse avvisati del trauma finanziario che blocca lo sviluppo economico e sociale dell’Occidente dal 2007 – 2008?… È diverso ora per il coronavirus? Fino a un certo punto. L’Organizzazione mondiale della sanità da molti anni ha lanciato l’allarme… Solo l’emergenza la fa da padrona, come per le crisi finanziarie e sociali, e per l’immigrazione… Nessuna analisi di lungo periodo, nessuna coscienza dei pericoli (così come delle grandi opportunità) che fisiologicamente appartengono all’epoca in cui ci tocca di vivere. Strategie totalmente inadeguate. Si attende che il male arrivi, e poi a caccia di cure e vaccini. Gli scienziati prevedono e ammoniscono invano. Voci che chiamano nel deserto. Se ne invoca l’aiuto nell’emergenza, e poi via a tagliare di nuovo per formazione, ricerca, posti letto, ecc. Tanto nessuno sa e quel che si sa si dimentica” (Massimo Cacciari, “De profundis Europa”, L’Espresso, n. 13/2020, 60 ss.).
“Smascherati”
Tutti, o quasi tutti, ci siamo spesso domandati “quali identità si celano dietro alcuni dei più celebri ritratti” e quali storie e segreti hanno segnato la loro vita.
A questa domanda si sono impegnati a rispondere Francesca Bonazzoli e Michele Robecchi con “Smascherati” (Roma, 2018), indagando sugli eventi che hanno coinvolto quei “volti immobili”.
La lettura del volume è agevole e coinvolgente ed alcuni “smascherati” non rivelano ancora, in modo certo, le vicende della loro esistenza terrena.
Tra questi, ancora in parte avvolta nel mistero, è la vita di Margherita Luti (p. 28), meglio conosciuta come “La Fornarina”, figlia di Francesco, fornaio senese, poi trasferitosi a Roma, in Via del Governo vecchio n. 48, nel quartiere di Trastevere, la donna che il grande pittore Raffaello amò appassionatamente.
Ma il volto di un’altra fanciulla, “La Velata” di Palazzo Pitti, “è perfettamente sovrapponibile” a quello de “La Fornarina”. Trattasi della stessa persona? I più propendono per il sì.
Per gli autori del volume è necessario recarsi al Pantheon, dove venne tumulato Raffaello, con accanto una lapide recante la seguente dicitura: “A Maria Bibbiena di lui fidanzata che con la morte prevenne il lieto imeneo e prima delle faci iniziali fu portata via, ancora fanciulla”. Maria era la nipote del cardinal Bibbiena che l’avrebbe voluta sposa di Raffaello, premorta al pittore.
Sembrerebbe, però, che Raffaello fosse già unito a “La Fornarina” con matrimonio segreto.
E cosa accadde a Margherita? Si ritiene che sia la donna così registrata nei libri del convento di Sant’Apollonia, in Trastevere, quattro mesi dopo la morte di Raffaello. “Al dì 18 agosto 1520. Hoggi è stata ricevuta dal nostro Conservatorio MA Margherita vedoa figliuola del quodam Francesco Luti di Siena”.
Il ritratto de “La Fornarina” è conservato in Roma, presso la Galleria nazionale d’arte antica di Palazzo Barberini.
Estinzione del processo
“Fino dai tempi di Giustiniano, quando si escogitavano i mezzi processuali per impedire che le liti diventassero paene immortales,il processo era immaginato come un organismo vivente, che nasce, cresce e alla fine si estingue per morte naturale col giudicato, quando non sia intervenuta, a farlo morire prima, quella specie di infanticidio processuale che è la conciliazione, o quell’anemia perniciosa che è la perenzione” (Piero Calamandrei, ”Elogio dei giudici scritto da un avvocato”, rist., Milano 2001,153).
“Cleopatra”
La lettura di un libro può provocare sensazioni positive ed un arricchimento culturale.
È quanto si verifica con “Cleopatra la regina che sfidò Roma e conquistò l’eternità” di Alberto Angela (Milano, 2018).
Cleopatra, ultima regina d’Egitto, che esce dall’opera di Angela è una Cleopatra se non nuova, sicuramente innovatrice.
È, infatti, la vita di “una donna capace di influenzare come poche altre il corso della storia. Una donna moderna proiettata nell’antichità”.
“Più che il corpo, il suo asso nella manica è stato il cervello, con le sue idee, la sua abilità strategica, i suoi progetti”.
Non possono di certo negarsi il suo fascino e la sua sensualità, né sottovalutare la sua capacità intellettuale, la sua scaltrezza, “abile nel gioco delle alleanze e persino cinica nella gestione del potere”.
Con il suo libro Angelo svolge una accurata indagine storica che muove dall’uccisione di Giulio Cesare, evento che segna la fine della Repubblica, fino alla morte di Antonio e Cleopatra e, quindi, alla nascita dell’Impero con Augusto al potere.
Un libro senz’altro da leggere e, come accaduto a chi scrive, anche, in più parti, da rileggere.
8 aprile 2020