sabato, Luglio 27, 2024
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Le bugie sullo “scudo erariale”

di Salvatore Sfrecola

Nel dibattito di questi giorni, e soprattutto questa mattina negli interventi dei deputati nell’aula della Camera, qualcuno ha ricollegato lo “scudo erariale”, cioè l’impunità assicurata dall’articolo 21 del decreto legge n. 76 del 2020 a chi ha provocato, con “colpa grave” un danno allo Stato o ad un ente pubblico, a fatti di gestione delle risorse comunque collegate ad attività connesse al COVID o al PNRR. Un errore che mi auguro dovuto ad ignoranza. Infatti, la norma non indica per quali attività si applica l’impunità. Pertanto alla Procura della Corte dei conti è stato impedito di indagare, ad esempio, sull’acquisto di mascherine a prezzi di molto superiori a quelli di mercato come sulla fornitura di banchi a rotelle finiti negli scantinati degli istituti scolastici e mai utilizzati. E fin qui si potrebbe dire che queste spese inutili o eccessive sono genericamente riconducibili alla pandemia. Ma il fatto che la norma non indichi le fattispecie dannose ha come conseguenza che l’impunità è assicurata ad ogni funzionario corrotto od a qualcuno che abbia disposto acquisti di beni inutili od a prezzi eccessivi. O abbia procurato un grave incidente nell’uso di un mezzo meccanico con danni gravi a persone o cose di proprietà dell’Amministrazione. Oppure operando incautamente abbia danneggiato un’opera d’arte. Solamente per fare qualche esempio.

Queste considerazioni non sono mai emerse nel dibattito politico o giornalistico di questi giorni. Ma sono la riprova di un fare sciatto, di una conoscenza inadeguata della Pubblica Amministrazione e delle sue regole. Ma soprattutto denunciano una gravissima trascuratezza dell’interesse pubblico ad una gestione legittima ed economica delle risorse di bilancio. Quelle risorse che, non va mai dimenticato, sono fornite dalla generalità dei cittadini mediante il pagamento di imposte e tasse. Per questo nel linguaggio della Corte dei conti questa magistratura assegna al proprio ruolo quello di custode del denaro pubblico nell’interesse del “cittadino-contribuente”.

Mi auguro che qualcuno al Governo o nella maggioranza rifletta sullo scudo erariale e percepisca come sia stato deciso con gravissima noncuranza degli interessi dei cittadini ai quali si richiedono sacrifici in termini fiscali per poi permettere l’impunità a disonesti e incapaci, perché questi sono coloro che vengono inquisiti dalle procure erariali e, se riconosciuti colpevoli, condannati dalle sezioni giudicanti.

La nuova maggioranza, alla quale gli italiani hanno dato fiducia, non si faccia paladina di coloro che non hanno rispetto per la proprietà pubblica, cioè per le risorse dei bilanci e per il patrimonio pubblico. Si comporti come la Destra storica di Cavour e Quintino Sella, quando non si ammetteva che neppure un centesimo potesse andare sprecato e se qualcuno violava la legge subiva “la pena in denaro”, come usava dire il Conte.

1 commento

  1. Condivido pienamente . È oggettivamente così. Ad onor del vero però non tutti i colleghi di Salvatore Sfrecola hanno la sua classe, la sua preparazione e la sua onestà intellettuale e non solo. Alcuni hanno altri obiettivi.

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