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Riscuote lo stipendio ma non lavora. Per il bibliotecario del Conservatorio di Santa Cecilia la responsabilità è del Direttore. E la vicenda finisce alla Procura della Corte dei conti

di Salvatore Sfrecola

Riscuote regolarmente lo stipendio ma non lavora. Più esattamente non lo fanno lavorare, secondo la tesi del Prof. Francesco Mauro Coviello, docente di Bibliografia e Biblioteconomia Musicale presso il Conservatorio di Musica “Santa Cecilia” e bibliotecario del medesimo Conservatorio, in aperta polemica con il direttore, il Maestro Roberto Giuliani.

Questi i fatti. Il 9 dicembre 2020, al rientro dal lockdown, il Prof. Coviello nota che le chiavi della Biblioteca erano state sostituite e ne chiede ragione al Direttore il quale risponde che, a suo giudizio, “sentito il Consiglio Accademico, il Consiglio di Amministrazione e il competente M.U.R.”, egli “non riveste il ruolo di Direttore di biblioteca, né di Bibliotecario, bensì solamente quello di docente di Bibliografia e Biblioteconomia musicale” e quindi “non può conseguentemente vantare diritti in merito all’uso dei locali, né un accesso alla Biblioteca diverso da quello riservato agli altri Professori del Conservatorio”.

Il Prof. Coviello non ci sta e ricorre al Giudice del lavoro, perché riconosca il suo buon diritto, e segnala alla Procura regionale della Corte dei conti per il Lazio, diretta dal Procuratore Pio Silvestri, che nel mancato esercizio delle funzioni per le quali è retribuito si configura un pregiudizio erariale, cioè un danno allo Stato.

Crescono i toni della polemica. Anche nel sindacato degli artisti, l’UNAMS, che pure non ha preso ufficialmente posizione, molti sono dalla parte del Coviello il quale ricorda al Giudice del lavoro ed alla Procura contabile che dal 1998 è stato confermato nei ruoli del personale docente dei Conservatori di Musica, con la qualifica di Bibliotecario. E richiama la legge n. 165 del 13 marzo del 1958 con la quale i bibliotecari dei Conservatori di Musica sono stati inseriti nei ruoli dei docenti, come ha spiegato il Consiglio di Stato (Sentenza n. 1256/2003, della Sez. VI), secondo il quale “…le funzioni svolte dal bibliotecario di Conservatorio di musica, al quale è affidata la direzione e la cura della biblioteca di una particolare istituzione didattico-musicale, necessita di una specifica professionalità (in particolare di un’adeguata competenza musicologica e preparazione culturale, dovendo egli conoscere autori e musica, anche sotto i profili storici, per dare i richiesti suggerimenti e informazioni ai fruitori della biblioteca stessa, in genere esperti e musicisti di professione o in via di formazione)… sicché deve ritenersi che il medesimo bibliotecario del Conservatorio di musica sia da considerarsi, sotto ogni aspetto, un vero docente”. Successivamente, il Ministero, con D.M. 3 luglio 2019 n. 90, nel definire i nuovi settori artistico – disciplinari ha spiegato per ciò che attiene ai docenti che già rivestivano il ruolo di Bibliotecario che essi sono stati inquadrati definitivamente come docenti, pur tuttavia non perdendo la propria qualifica di bibliotecari.

Da ultimo con D.M. 1226 del 2 novembre 2021, il MUR ha chiarito che nell’ambito dei conservatori, si segnala che la presenza di “docenti bibliotecari”, ovvero di docenti di biblioteconomia e bibliografia musicale assunti ab origine come bibliotecari, comporta l’opportunità di prevedere il posto da Direttore di biblioteca solo laddove non vi sia un “docente bibliotecario” di ruolo, al fine di evitare una duplicazione di ruoli e di spesa, fatta salva l’eventuale e motivata esigenza (con riferimento alle dimensioni e rilevanza della biblioteca) di annoverare entrambe le figure nella dotazione organica.

Come finirà la querelle tra il Prof. Coviello e il Direttore Giuliani? Aspettando il Giudice del lavoro e la Corte dei conti.

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