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Ma il vero potere l’hanno i dirigenti

La sinistra ha occupato i ministeri con gli incarichi fiduciari. Non basta intervenire solo con lo spoils system. Serve riqualificare i funzionari, forza delle amministrazioni

di Salvatore Sfrecola

Giorgia Meloni e Guido Crosetto si dicono intenzionati a ricorrere allo spoil system e si scatena la bagarre da parte di chi, fino a ottobre scorso, deteneva il potere, le sinistre che la sostituzione dei dirigenti non allineati hanno condotto con assoluta determinazione.

Adesso che vorrebbe farlo il Governo Meloni, sostituendo segretari generali di ministeri e dirigenti generali eventualmente ritenuti restii a seguire le direttive dei ministri, emergono i critici del sistema che, in silenzio, hanno sempre messo in posti apicali i loro amici. Critico del governo di Centrodestra su questo punto è, in primo luogo, il Professor Sabino Cassese, giudice emerito della Corte Costituzionale, amministrativista illustre e da qualche tempo editorialista facondo di consigli e critiche. “Storico” avversario dello spoil system,come ha confermato a La Repubblica: “da trent’anni almeno. Ho sempre detto e scritto che la legge che lo codificava, voluta dal ministro Bassanini, è stata un errore e andava abrogata”. Ciò perché, a detta del Professore, “tradisce almeno due principi costituzionali, merito e imparzialità: l’accesso non avviene tramite concorso o esame comparativo aperto a tutti e il principio di imparzialità, che dovrebbe ispirare la pubblica amministrazione, viene di conseguenza meno”.

Lo spoil system, va ricordato, non attua una procedura concorsuale e non viola il principio di imparzialità, che è dovere di ogni pubblico dipendente “al servizio esclusivo della Nazione” (art. 98 Cost.), ma consente al governo di collocare in posizioni apicali che attuano le direttive ministeriali, dove siedono dirigenti generali già nominati dal Consiglio dei ministri sulla base di un’ampia discrezionalità, persone che i ministri ritengono portatori di esperienze e idee più vicine a quelle che devono attuare in adempimento del programma di governo. Pertanto “il concorso o l’esame comparativo aperto”, auspicato dal Professore Cassese, che “consentirebbe di scegliere persone veramente qualificate, con i titoli giusti” non si attaglia alla scelta dei responsabili apicali. Al più si potrebbe prevedere che siano tratti dai ruoli delle amministrazioni pubbliche.

Tuttavia, al di là dello spoil system l’occupazione dei ministeri è stata attuata dal potere politico con le nomine fiduciarie a dirigente. Sempre per iniziativa dell’allora Ministro Bassanini i ministri sono ricorsi senza remore all’art. 19, comma 6, del decreto legislativo 165 del 2001 che consente incarichi di funzioni dirigenziali “conferiti, fornendone esplicita motivazione, a persone di particolare e comprovata qualificazione professionale, non rinvenibile nei ruoli dell’amministrazione, che abbiano svolto attività in organismi ed enti pubblici o privati ovvero aziende pubbliche o private con esperienza acquisita per almeno un quinquennio in funzioni dirigenziali, o che abbiano conseguito una particolare specializzazione professionale, culturale e scientifica desumibile dalla formazione universitaria e postuniversitaria, da pubblicazioni scientifiche e da concrete esperienze di lavoro maturate per almeno un quinquennio, anche presso amministrazioni statali, ivi comprese quelle che conferiscono gli incarichi, in posizioni funzionali previste per l’accesso alla dirigenza…”.

Letta bene, la norma rivela l’intrinseca finalità politica, di occupazione dei ministeri attraverso il conferimento di incarichi dirigenziali a funzionari della stessa amministrazione così vanificando il concetto di “qualificazione professionale non rinvenibile nei ruoli dell’amministrazione” Di questo il Professor Cassese, giustamente preoccupato dell’indipendenza e della selezione dei pubblici dipendenti, non si è dato carico, forse perché nessuno gliel’ha chiesto ma è indubbio che questo sistema abbia consentito l’aggiramento dei concorsi, come accaduto per esempio all’Agenzia delle entrate dove incarichi di elevata professionalità (POER) sono stati conferiti a soggetti che non erano risultati vincitori in concorsi a dirigente.

E questo a tacere dell’ipocrisia sulla professionalità “non rinvenibile nei ruoli dell’amministrazione”, affermazione assolutamente priva di riscontri nella realtà. Le amministrazioni dello Stato, infatti, dispongono di tutte le professionalità e quando non ne hanno ricorrono ad altra amministrazione che la fornisce “in comando”.

Il Governo Meloni deve guardare al di là dello spoil system, comunque limitato a pochi soggetti, e avviare una riqualificazione della dirigenza, che è la forza delle amministrazioni, reclutata con concorsi selettivi, come auspica il Professor Cassese, contestualmente riformando le attribuzioni dei ministeri e il modus operandi dei funzionari, cioè le procedure.

(da La Verità dell’11 gennaio 2023)

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