sabato, Luglio 27, 2024
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La Domenica del Direttore

Alla direzione dei musei chi merita, italiano o straniero. Sangiuliano contro il “provincialismo” targato Franceschini. A margine di una sua visita alla Galleria degli Uffizi, a Firenze, Gennaro Sangiuliano, Ministro della cultura, è stato chiaro a proposito della direzione dei musei. “Gli stranieri vanno benissimo, non voglio nessun sovranismo in questo senso, ma non dobbiamo neanche cadere nel provincialismo opposto, che lo straniero è di per sé meglio di un italiano”. “Alcuni direttori stranieri dei musei – premette il Ministro – hanno fatto molto bene e l’italianità non è un prerequisito. Trovo però sorprendente che una decina di istituzioni culturali italiane, dagli Uffizi a Pompei, siano nelle mani di direttori stranieri. Quasi a dire che noi non siamo in grado di esprimere, con le nostre università, anche noi un direttore. Se gli stranieri hanno bene operato, nel rispetto delle leggi e dei regolamenti, possono ben continuare”.

Nell’occasione Sangiuliano ha anche parlato del progetto dei “musei succursale”. È l’idea di far emergere dai depositi opere d’arte importanti rimaste accantonate per mancanza di spazi. È “nelle mie linee programmatiche”, ha detto Sangiuliano, parlando con i giornalisti a Firenze al termine della sua visita alle Gallerie degli Uffizi, dove oggi è stato inaugurato il restauro delle Reali Poste che presto ospiteranno un ristorante. “Nella mia esposizione alle Commissioni Cultura di Camera e Senato c’è un chiaro riferimento agli Uffizi 2 e al Mann 2, il museo archeologico di Napoli: il primo perché rappresenta la grandezza del Rinascimento e il secondo del mondo greco-romano”.

“Noi abbiamo il dovere morale – ha concluso il Ministro – di conservare il nostro patrimonio”, una ricchezza della nostra Nazione che si segnala da sempre all’attenzione del mondo. Anche una delle ragioni del nostro turismo, aggiungo.

Un cambio di passo, dunque, dopo la gestione del ministro Franceschini, che molti aspetti della cultura ha trascurato, della musica, ad esempio, come ha denunciato più volte la Professoressa Dora Liguori, Segretario Generale dell’Unione degli Artisti (UNAMS) che ha criticato spesso l’affidamento a stranieri di parti importanti nell’esecuzione di opere liriche italiane, così danneggiando i nostri artisti.

La vera storia della “legge Basaglia”. Quella che ha chiuso gli ospedali psichiatrici, che probabilmente erano strutture antiquate, ma proibiva di aprire reparti psichiatrici negli ospedali. Così racconta a La Verità uno psichiatra “che ha lavorato 10 anni in un ospedale psichiatrico a cavallo della sua chiusura, e posso garantire che non era affatto il lager di cui si favoleggia”.

In applicazione della legge pazienti in stato confusionale e spesso aggressivi vagavano per le corsie dei reparti di medicina interna e chirurgia senza nessuna assistenza specialistica. Si dovette procedere in fretta e furia a un emendamento che autorizzasse l’apertura di detti reparti per far fronte all’emergenza. Tuttavia, ancora se ne sentono le conseguenze. Soprattutto d’estate, quando è facile incontrare persone disturbate, rimaste sole, in atteggiamenti che non lasciano dubbi. Povere persone che una legge ideologica ha abbandonato a sé stesse. 

Una delle tante riforme adottate senza preventiva valutazione delle conseguenze prevedibili, perché urgeva alla politica.

A giudizio due PM che avrebbero “taciuto elementi in favore delle difese”. Così, in un titolo, il Corriere della Sera sintetizza la notizia del rinvio a giudizio di due pubblici ministeri milanesi, Fabio De Pasquale e Sergio Spadaro, che non avrebbero depositato prove favorevoli alle difese nel processo ENI-Nigeria.

Non conosco i fatti e non sono in condizione di esprimere giudizi, ma è importante sottolineare che il Procuratore della Repubblica ha il dovere di ricercare elementi a favore del presunto colpevole. Ne è un esempio l’art. 55 del Codice del processo contabile (dinanzi alla Corte dei conti) secondo il quale “Il pubblico ministero compie ogni attività utile per l’acquisizione degli elementi necessari all’esercizio dell’azione erariale e svolge, altresì, accertamenti su fatti e circostanze a favore della persona individuata quale presunto responsabile”.

È la ragione per la quale il P.M. è un magistrato, tratto dallo stesso ordine al quale appartengono i giudici. Il suo compito è far valere il diritto in nome dello Stato ordinamento, non dello Stato-persona. Non è l’“avvocato dell’accusa”, come vorrebbe taluno che propone la separazione delle carriere. Alla Perry Mason, l’avvocato di una fortunata serie televisiva che aveva sempre a che fare con un arcigno Procuratore Distrettuale che rappresentava “lo Stato di New York contro Mr. X”, inevitabilmente destinato ad essere assolto.

Rubava i denti d’oro ai defunti e li rivendeva. È quel che faceva un dipendente dell’AMA addetto alle esumazioni. Toglieva i denti d’oro dalle salme e li vendeva ad un “ComproOro”.

Non c’è da commentare. Pensavamo che un tale comportamento fosse confinato al tempo in cui SS nei campi di concentramento nazisti privavano le vittime di denti e capelli. Un orrore che pensavamo confinato nel tempo della pazzia di un regime che aveva dimenticato il minimo senso di umanità.

“Ciao Maschio”. Nunzia De Girolamo torna su RAI1 con la sua trasmissione che mette a confronto generazioni di uomini che conoscono od hanno conosciuto un rapporto diverso con le donne nell’ambito di famiglie ispirate ad “un atteggiamento di parità completa nell’accudimento dei figli, nella gestione domestica, sul lavoro”.

Non ho visto la trasmissione, neppure nella precedente versione. Mi auguro soltanto che, pur nella corresponsabilità che deve caratterizzare un rapporto fondato sul più grande dei sentimenti, l’amore, non si perda il senso di una diversità fondata su un dato biologico ineliminabile, che è interesse delle donne mantenere evidente. Svilire l’uomo non è interesse delle donne che l’uomo guarda con l’attenzione di sempre, ricercando quei dati fisici, psicologici e comportamentali che all’uomo piacciono perché danno concretezza all’unione.

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