di Gianni Torre
Per “Alziamo il volume – incontri con l’autore”, un progetto di Carla Conti e Roberto Giuliani, è stato presentato ieri, nella “Sala dei Medaglioni” del Conservatorio “Santa Cecilia” di Roma il libro “Giuseppe Verdi, la colonna sonora del Risorgimento” a cura di Edoardo Pezzoni Mauri e Salvatore Sfrecola (Historica di Giubilei Regnani Editore, Roma, 2025), della collana diretta da Alessandro Sacchi.
Dopo la introduzione del direttore del Conservatorio, Professor Antonio Mirenzi, che ha segnalato l’importanza che l’Istituzione annette alla presentazione di volumi di interesse per la cultura musicale, la Professoressa Carla Conti ha presentato il volume che si inserisce nel programma che vuole far conoscere testi che attengono alla cultura artistica ed ha tracciato le linee fondamentali dell’opera ricordandone i capitoli più significativi nei quali la vita e le opere di Giuseppe Verdi sono state approfondite dagli autori.
Ha preso quindi la parola il professor Roberto Giuliani che ha passato in rassegna alcuni aspetti del volume segnalandone l’interesse per gli studenti del Conservatorio e per gli studiosi di storia risorgimentale nella quale si colloca il lavoro del Maestro di Busseto, grandissimo musicista che con le sue opere ha tenuto costantemente viva l’attenzione per il processo risorgimentale destinato a concludersi con l’unità d’Italia.
L’avvocato Alessandro Sacchi, curatore della collana, ha ricordato come questa è nata, al tempo del Covid, quando lui ed altri amici cultori di storie risorgimentali hanno pensato di ricordare personaggi illustri della storia d’Italia, quell’Italia che abbiamo avuto in eredità dal passato e come tutte le eredità va curata, mantenuta e trasmessa a chi verrà dopo di noi. La collana – ha ricordato Sacchi – si era aperta con un volume su Vittorio Emanuele II, il Padre della Patria, primo re d’Italia, del quale si celebravano 200 anni dalla nascita. Successivamente sono stati pubblicati i volumi su Giuseppe Garibaldi, altro personaggio fondamentale nel processo risorgimentale, poi sul Conte di Cavour, grande amministratore, grande politico, tessitore dei rapporti internazionali che hanno giovato all’unità d’Italia. Quindi il re Umberto I, che ha concluso tragicamente l’800, Umberto II, ultimo re d’Italia, infine Giuseppe Verdi il grande musicista.
Ha preso poi la parola Salvatore Sfrecola, che ha curato il capitolo relativo all’attività politica di Giuseppe Verdi, un uomo – ha ricordato – che ha creduto sempre nell’unità d’Italia e nell’epopea risorgimentale e che si è battuto come ha potuto per stimolare quanti avevano la possibilità politica di operare per l’Italia. Si è ricordato anche come, a Roma, nel corso di uno spettacolo nacque il logo V.E.R.D.I. che divenne viva Vittorio Emanuele Re d’Italia.
Sfrecola ha ricordato l’attività “politica” di Verdi promotore e sollecitatore di iniziative patriottiche e la sua attività parlamentare, che non è stata particolarmente intensa ma ha dimostrato la sua fedeltà all’idea unitaria e alla amicizia per Camillo di Cavour che lo aveva invitato a candidarsi e al quale lui non potè dire di no. Poi Verdi divenne Senatore del Regno autore di alcune proposte di riforma dei conservatori che non vedranno la luce nel corso della sua vita ma che successivamente, nel 1918, furono alla base di un decreto legge luogotenenziale che dette una sistemazione alla disciplina dei conservatori di musica.
Quindi ha preso la parola la professoressa Dora Liguori, Segretario generale dell’Unione degli artisti (UNAMS) docente di canto, appassionata di musica, la quale ha parlato di Verdi uomo, con i suoi pregi e i suoi difetti, che ha avuto relazioni personali e professionali molto importanti con una grandissima capacità di utilizzazione delle ingenti somme di denaro che aveva guadagnato facendo opere di bene e che si sono concluse con la creazione della Casa di riposo degli artisti, un’opera che dimostra il suo spiccato senso sociale, il suo interesse per i colleghi musicisti meno fortunati di lui.
Ha fatto seguito l’esibizione di giovani allievi del Conservatorio, seguiti dalla maestra Emanuela Salucci, peraltro tutti già professionalmente impegnati in teatri italiani ed europei, che hanno interpretato brani del Rigoletto, “Bella figlia dell’amore” e “Questa o quella per me pari sono”. Grandi applausi e ripetuti “bravi!” hanno concluso l’esibizione di questi giovani talenti, alcuni provenienti da paesi lontani a dimostrazione della circostanza che i conservatori di musica sono una attrazione pe gli amanti della musica di tutto il mondo che vengono qui a studiare ed a perfezionarsi. A conferma dell’elevato livello professionale, di studio e di ricerca delle nostre istituzioni musicali.