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FRAMMENTI DI RIFLESSIONI

FRAMMENTI DI RIFLESSIONI
del Prof. Avv. Pietrangelo Jaricci

Giustizia civile

La questione rimessa alle Sezioni Unite civili della Corte di cassazione, riguarda l’accertamento del diritto dei genitori di alunni delle scuole primarie e secondarie di scegliere, per i propri figli, tra la refezione scolastica e il pasto domestico (portato da casa o confezionato autonomamente) e, in particolare, di consumarlo all’interno dei locali destinati alla mensa e nell’orario della refezione.

La Suprema Corte, dopo un’ampia disamina del problema (dissociandosi, tra l’altro, dalla sentenza del Consiglio di Stato, Sez. V, n. 5156 del 2018), ha ritenuto che un diritto soggettivo perfetto e incondizionato all’autorefezione individuale, nell’orario della mensa e nei locali scolastici, non è configurabile e, quindi, non può costituire oggetto di accertamento da parte del giudice ordinario, in favore degli alunni della scuola primaria e secondaria di primo grado, i quali possono esercitare diritti procedimentali, al fine di influire sulle scelte riguardanti le modalità di gestione del servizio mensa, rimesse all’autonomia organizzativa delle istituzioni scolastiche, in attuazione dei principi di buon andamento dell’amministrazione pubblica (Cass., Sez. Un. civ., sentenza 30  luglio 2019, n. 20504).

Il trionfo del trasformismo

È doveroso segnalare un articolo di elevata caratura, a firma di Massimo Cacciari, “Tutti senza radice” (L’Espresso, n. 36/2019), sulla recente crisi governativa.

Ricco di notazioni critiche particolarmente significative, specie quella finale, senz’altro meritevole di essere riportata integralmente.

“Questa crisi segna anche il punto culminante dell’onda lunga della crisi dell’istituto parlamentare. O entra in gioco un disegno radicale di riforma, o celebriamone pure il funerale, funerale che potrebbe durare anche cento anni. Le correnti demagogico-populistiche che tutti hanno inseguito negli ultimi decenni non potevano portare altrove, ma mai così drammaticamente come in questa fase è emersa l’impotenza del Parlamento rispetto a logiche privatistiche di gestione del potere. Tutto l’impianto dei rapporti tra esecutivo e legislativo, tra potere centrale e Regioni e Enti Locali, tra potere politico e funzioni autonome dello Stato, va finalmente riformato, se non vogliamo che dalla crisi della democrazia rappresentativa nelle forme che finora abbiamo conosciuto si passi alla fine della stessa democrazia in un regime di contrattazioni tra poteri economici, finanziari, mediatici che di volta in volta assumono la figura di questa o quella loggia, di questo o quel cerchio magico, di questo o quel tecnico-manager. Sempre più è questo il gioco cui assistiamo e ad esso l’opinione pubblica sembra ormai quasi assuefatta.

Sarà soltanto con una lunga lotta culturale e politica che la situazione potrà cambiare, non certo fuggendo il confronto aperto con chi l’ha voluta e la difende, né certo cambiando in commedia qualche attore”.

Norimberga

È il primo volume che il Corriere della sera dedica ai grandi processi della storia, autore Roberto Scevola (Milano, 2019).

Nell’ottima prefazione di Pierluigi Battista si evidenzia che “il processo di Norimberga ai criminali nazisti è stato uno spartiacque non solo nella storia del Novecento, ma in quella di tutt’intera l’umanità, messa al cospetto di atrocità inenarrabili”.

Il processo di Norimberga “suscita interrogativi, controversie e polemiche che il racconto di Scevola non minimizza e anzi spiega nei suoi aspetti anche più appassionanti dal punto di vista etico e giuridico. Interrogativi sulla opportunità stessa di tenere un processo”. Infatti, come sovente sostenuto, non è ammissibile fare il processo ai vinti.

Il volume passa in rassegna i protagonisti del processo, iniziato il 20 novembre 1945 e concluso con sentenza del 30 settembre – 1° ottobre 1946, con la condanna dei maggiori imputati all’impiccagione.

L’esecuzione della sentenza ebbe luogo tra la notte del 15 e del 16 ottobre e, subito dopo le 5, undici bare vennero avviate verso Monaco.

I corpi furono, quindi, immediatamente cremati nei forni del campo di Dachau e le ceneri disperse nelle acque dell’Isar.

Prima dell’esecuzione Göring si era tolto la vita in cella, avvelenandosi con il cianuro. La fiala del veleno era stata occultata in un vasetto di crema per le mani.

Bibbiano docet

L’ombra di Bibbiano si allunga anche su Verona” scrive Riccardo Torrescurasu La Verità del 30 agosto 2019.

La Procura competente ha, quindi, aperto una inchiesta sull’affido dei minori – a quel che si dice, sottratti alle famiglie di origine anche con subdoli e riprovevoli espedienti – e “portati in comunità, per altro costose, anche se basterebbe aiutare le famiglie tramite un educatore”.

Da quanto abbiamo letto in questi giorni, è ormai venuta meno ogni credibilità dei servizi sociali.

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