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I Senatori “a vita” non hanno più ragione d’essere

I Senatori “a vita” non hanno più ragione d’essere
di Salvatore Sfrecola

Ha destato malcontento, tra le fila dell’opposizione e nel Paese che guarda a destra, il fatto che i Senatori “a vita” Mario Monti, Liliana Segre ed Elena Cattaneo abbiano votato la fiducia al Governo Conti 2. È accaduto quasi sempre così, all’unanimità, quando i governi erano di Sinistra. E sempre con seguito di polemiche.

Nessuno, ovviamente, nega il diritto dei Senatori a vita di votare la mozione di fiducia al governo ma prevale l’indicazione che, per un fatto di garbo istituzionale, personalità che non hanno ricevuto un mandato politico dovrebbero astenersi in una votazione tra le più politiche come quella che fa vivere il governo attraverso l’approvazione della mozione che condivide le dichiarazioni programmatiche del Presidente del consiglio.

I Senatori a vita, a parte gli ex Presidenti della Repubblica che sono membri di diritto della Camera Alta, sono previsti dall’articolo 59 della Costituzione scelti dal Presidente della Repubblica tra i cittadini italiani i quali abbiano “illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario”. Questi in qualche modo ripetono il ruolo dei Senatori del Regno, nominati ai sensi dell’art. 33 dello Statuto Albertino per decisione sovrana tra personalità delle istituzioni e tra coloro che “con servizi o meriti eminenti avranno illustrata la Patria”, da Manzoni a Marconi, da Einaudi a Croce, per fare qualche esempio. I Senatori non votavano la fiducia al governo, ritenendosi che solamente la Camera dei Deputati, in quanto elettiva, dovesse esprimere quel voto.

Il Senato della Repubblica è elettivo e, pertanto, vuota la fiducia ma i Senatori a vita non sono eletti e dovrebbero avere il buon gusto di astenersi. A differenza del Re, infatti, il Presidente della Repubblica, che li nomina, ancorché assumendo la carica diviene il custode imparziale della legalità costituzionale, è pur sempre un uomo di parte nel senso più proprio del termine in quanto è stato tesserato di un partito politico, per cui i senatori a vita sono stati costantemente scelti tra personalità di indubbio prestigio ma comunque “di area” come si dice. Di sinistra, in quanto i Presidenti della Repubblica, a parte Luigi Einaudi, sono stati eletti costantemente tra esponenti dei partiti di Sinistra.

Cresce, dunque, nel Paese la richiesta di abolire la carica di Senatore a vita. Anche per gli ex Presidenti della Repubblica, come accade ovunque. È bene che lasciando il Quirinale si dedichino, se qualcuno li richiede, a fare conferenze ed a scrivere libri, come accade in tutte le repubbliche.

12 settembre 201

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