Il PD danneggia lirica e danza
No all’emendamento a costo zero per equiparare i professori delle accademie di arte, musica e danza a docenti universitari
di Salvatore Sfrecola
Ancora una volta musica e arte, nonostante siano da sempre una riconosciuta eccellenza italiana, vengono ignorate da alcune parti politiche con gravi conseguenze sull’attività dei Conservatori di musica, delle Accademie d’arte e dell’Accademia nazionale di danza, istituti che la legge n. 508 del 21 dicembre 1999 definisce all’art. 2, comma 4, “sedi primarie di alta formazione, di specializzazione e di ricerca nel settore artistico e musicale … godono di autonomia statutaria, didattica, scientifica, amministrativa, finanziaria e contabile”, nei limiti stabiliti dalle leggi dello Stato, in attuazione dell’art. 33, comma 6, della Costituzione.
Accade, infatti, che l’attuazione di questa autonomia, dopo i primi decreti delegati adottati dal Governo Berlusconi (2001-2006) sia ancora incompleta. Ed in sede di emendamenti alla legge di bilancio 2020, una proposta attuativa di detti principi costituzionali e fondamentale per Accademie e Conservatori di musica, condiviso dalle Conferenze di Direttori di dette istituzioni, nonostante l’appoggio del ministro Lorenzo Fioramonti e dell’intera opposizione, sia stato bloccato dalla contrarietà del Partito Democratico e dai dubbi del Ministro dell’economia, Roberto Gualtieri e dei suoi uffici. Parliamo di un emendamento a “costo zero” che avrebbe consentito il passaggio dei docenti al regime universitario come accade ovunque nel mondo “senza variazioni di stipendio”, ma anzi con vincolo di disciplina per legge anziché dei contratti collettivi che riconducono queste Istituzioni di Alta Cultura (AFAM) nel calderone della scuola secondaria, un comparto dove la fa da padrona la componente sindacale attratta dai grandi numeri dei docenti della scuole medie.
E così istituzioni che rilasciano diplomi di laurea di primo e secondo livello, che rappresentano il vanto della cultura italiana nel mondo essendo noto a tutti che sono frequentate da moltissimi studenti stranieri sia in fase di formazione che di perfezionamento, e pertanto interessate a rapporti di collaborazione da analoghe istituzioni straniere, ancora una volta segnano il passo. Ma sembra ormai tardi per la protesta dell’Unione Artisti (UNAMS), che minaccia uno sciopero.
(da La verità del 13 dicembre 2019, pagina 5)