sabato, Novembre 2, 2024
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Statistiche sconosciute o volutamente ignorate

di Domenico Giglio

La pandemia del “corona virus” sta da mesi riempendo gli occhi, le orecchie, la bocca di statistiche tramite radio, internet, televisioni e giornali, ed i cinque milioni di infetti (5.472.622 al 24 maggio) spaventano giustamente ascoltatori e lettori. Dal momento che ci stiamo impratichendo di numeri e percentuali vediamo di approfittarne per vedere altre statistiche che non hanno certamente minore valore di quelle del “covid”.

Cominciamo dalla popolazione globale della terra che risulta essere superiore a 7.540.000.000 (settemiliardicinquecentoquarantamilioni) con la prospettiva concreta di raggiungere nel 2050 i 9.000.000.000 (nove miliardi). Ma come sono distribuiti? L’Asia ne rappresenta oltre il 60% con 4.570.000.000 abitanti (quattromiliardicinquecentosettantamilioni), con i due più numerosi paesi, la Cina con 1.405.000.000 (unmiliardoquattrocentocinquemilioni) e l’India con un miliardo e duecento milioni, ed il gruppo dei tre principali paesi islamici, Indonesia, Pakistan, Bangladesh che raggiungono complessivamente 611.050.000 (seicentoundicimilionicinquantamila). Segue, distanziata l’Africa con 1.187.000.000 (unmiliardocentoottantasettemilioni), pari al 15,7%, poi le Americhe con un 1.038.000.000 (unmiliardotrentotto milioni), pari al 13,7%. E l’Europa? L’Europa oggi rappresenta appena il 9% con 705.000.000 (settecentocinquemilioni). Ma è sempre stata così la distribuzione della popolazione del mondo?

Guardiamo nella biblioteca di casa e prendiamo un “aureo” libricino, (di 8 per 15 cm.!) il “Calendario Atlante De Agostini” del 1940, giunto allora al suo trentasettesimo anno di vita, essendo uscito per la prima volta nel 1904. E qui apriamo una parentesi doverosa per sottolineare l’importanza cha ha avuto per la nostra cultura geografica, storica ed economica questa casa editrice De Agostini, nata nel 1901, ed ancor oggi esistente, che su un piano diverso dal Touring Club Italiano, nato nel 1894, ha contribuito in modo eccezionale con i suoi atlanti geografici e storici, la sua cartografia stradale e questo “Calendario”, a fare e farci conoscere, con una incredibile ricchezza di dati, l’Italia, l’Europa e il Mondo. Ebbene cosa dice questo calendario della popolazione mondiale del 1940? L’ Europa contava 527.575.000 (cinquecentoventisettemilionicinquecentosettantacinquemila) abitanti, l’Asia 1.181.850.000 (unmiliardocentoottantunomilioniottocentocinquantamila), le Americhe 273.000.000 (duecentosettantatremilioni), l’Africa 158.237.000 (centocinquantottomilioniduecentotrentasettemila). Abbiamo tralasciato l’Oceania che ieri ed ancor oggi rappresenta una parte minima della popolazione mondiale.

Vogliamo soffermarci sulla esplosione demografica dell’Africa? Il 700%, ovvero popolazione aumentata sette volte in ottanta anni. Una nazione, la Nigeria, presa ad esempio, passata da 20.746.000 a 147.650.000 abitanti. E l’Asia che sfiora il 400% di sviluppo, come le Americhe! Ed anche qui un dato significativo di una nazione, il Brasile, passato da 44.115.000 a 216.862.000 (cioè il 500%), e del Messico passato da 19.480.000 a 110.547.000 (550 %). Molto minore in Asia lo sviluppo demografico del Giappone passato da 71.372.000 a soli 127.205.000, cioè un aumento del 17,82%, praticamente poco più dell’Europa, ferma al più 13,37%! Questo minore sviluppo, che non accenna a migliorare dice qualcosa, anche ai giovani cretinetti che imputano tutti i mali della Terra all’Occidente, alla sua civiltà, al suo ben diverso sviluppo economico e sociale, cioè al suo “benessere”, che già non aveva raggiunto la totalità della popolazione e che ora l’attuale pandemia sta ulteriormente compromettendo?

In tutte queste accuse e responsabilità sul dissesto del pianeta terra, l’enorme sviluppo demografico del resto del mondo non incide? E Il desiderio di queste altre popolazioni, specie africane, di poter disporre delle stesse conquiste dell’Occidente, dai mezzi di trasporto, dagli elettrodomestici per i quali necessitano carburanti, combustibili, dai servizi sanitari, dalle risorse idriche, non significano nulla?. Ed il cibo per questi miliardi di persone lo si può ricavare senza aumentare le superfici coltivabili, senza aumentare le altre più varie risorse alimentari, senza pregiudizi e senza esclusioni dettate dai più strani motivi? E chi sarà a studiare i miglioramenti delle tecniche agricole per aumentare i rendimenti? In quali università si potranno formare i tecnici e la classe dirigente di tanti paesi? Quale beneficio potrà portare sempre a questi paesi un collasso dell’Occidente? Di tutto questo non si scrive, né si parla, per non scendere sul terreno scivoloso del terrorismo e della sua matrice religiosa che impedisce proprio ad alcuni non trascurabili paesi dell’Africa di affrontare questi veri problemi. Non possiamo aspettare “l’ardua sentenza” dei posteri.

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