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Med-or, una Fondazione per sviluppare sinergie culturali ed economiche nel Mediterraneo e in Oriente

di Salvatore Sfrecola

“L’Italia è il mare”, titolava a novembre 2020 un bel fascicolo monografico di limes, la rivista di geopolitica “orgogliosamente italiana”. Quell’“è” significa che per il nostro Paese il mare costituisce una vocazione antica, naturale, come impone la sua configurazione geografica di “promontorio” sul mare Mediterraneo, per dirla con Camillo Benso di Cavour che aveva, in più occasioni, indicato per l’Italia un ruolo politico ed economico strategico in funzione dell’Europa e delle sue produzioni, in rapporto ai paesi rivieraschi ed oltre, verso l’Oriente e la Cina. Un ruolo da troppo tempo abbandonato, come ha scritto Carlo Jean su Aspenia, con possibili, gravi ripercussioni sulla nostra presenza nello scacchiere mediterraneo con effetti sulla politica energetica, in ragione della diffusa instabilità di alcuni paesi, in particolare della Libia, dove l’E.N.I. estrae petrolio e della concorrenza aggressiva della Francia che nell’area ha costantemente affermato la sua presenza, economica e militare.

Alla ricerca di una ripresa del ruolo dell’Italia nel bacino del Mediterraneo, un tempo dai romani definito nostrum,si muove una iniziativa promossa da una grande impresa a capitale pubblico, “Leonardo”, erede di Finmeccanica, con una Fondazione “Med-or”, che significa Mediterraneo e Oriente, “un soggetto nuovo nel suo genere, globale e collaborativo”, come si legge in una nota diffusa alle agenzie, con l’intento di unire le competenze e le capacità dell’industria con il mondo accademico per lo sviluppo del partenariato geoeconomico e socio culturale con i paesi del Mediterraneo allargato, dell’Africa sub-sahariana, del Medio e dell’Estremo Oriente, con l’obiettivo di porre le basi per uno sviluppo sostenibile ed integrato, nel rispetto delle specificità di ciascuno, legato a partnership strategiche di lungo periodo che, attraverso investimenti e sinergie industriali, permetta all’Italia di esprimere il meglio delle proprie competenze.

A presiedere la Fondazione è stato chiamato Marco Minniti, già ministro dell’interno, parlamentare del Partito Democratico, che, in ragione di questo nuovo impegno, lascia la Camera. Una lunga esperienza nei rapporti internazionali mediterranei convinto, come titola la tedesca Stern, alla quale ha rilasciato un’intervista, che “il futuro dell’Europa passa dal Mediterraneo” Minniti guiderà un Consiglio di studiosi, imprenditori, esperti dei vari settori di intervento. Med-or, infatti, sarà qualcosa di più di un think tank. Essa si pone come “mediatore economico industriale e culturale” tra l’Italia e i paesi di un’area vastissima. Sarà “un ponte attraverso il quale far circolare idee, programmi e progetti concreti”, si legge nella relazione al CdA di Leonardo con l’obiettivo di “trasferire tecnologie tradizionali e innovative” e favorire “l’alta formazione” degli stati interessati.

Importante il ruolo di “mediatore” culturale, altro aspetto trascurato dall’Italia che pure lo aveva a lungo coltivato attraverso l’Istituto per il Medio e l’Estremo Oriente (ISMeO), fondato nel 1933 da Giovanni Gentile e da Giuseppe Tucci, che poi lo ha presieduto a lungo (suo successore è stato Sabatino Moscati), allo scopo di promuovere rapporti culturali, politici ed economici tra l’Italia ed i paesi asiatici. Nel 1995 l’ISMeO si è fuso con l’Istituto italo africano, dando vita all’Istituto Italiano per l’Africa e l’Oriente (IsIAO) presieduto da Gherardo Gnoli, studioso di religioni orientali e iranista di fama internazionale, socio dell’Accademia dei Lincei, accademico di Francia, Russia, Ungheria e membro d’onore della Societé Asiatique di Parigi, dell’Ancient India and Iran Trust di Cambridge e dell’Institut de France.

Infine l’IsIAO è stato abolito nonostante svolgesse un’opera importante di presenza culturale in aree nelle quali la politica dei paesi occidentali e degli Stati Uniti non è stata sempre gradita sì da rendere spesso difficili anche i rapporti economici e industriali. Parigi, invece, ha da tempo compreso l’esigenza di una presenza culturale in quelle realtà politiche difficili, dove l’orgoglio del passato e la forte ispirazione religiosa spesso intollerante nei confronti del Cristianesimo occidentale, ha sempre reso ardua una collaborazione duratura, economica e industriale, anche in ragione della instabilità dei governi. Nella convinzione che una collaborazione culturale preziosa fosse apprezzata, così da aprire la strada a sinergie di carattere economico e industriale. Chi dissotterra vestigia antiche e aiuta nella loro esposizione museale, infatti, è un “amico” e induce a superare antiche e più recenti incomprensioni. È stata una costante della politica culturale francese che ha dedicato risorse rilevanti a queste iniziative quando l’Italia riservava somme modeste per piccole eppure apprezzate missioni, proprio perché il nostro Paese è erede della Roma civilizzatrice e rispettosa delle storie e delle tradizioni locali, politiche e religiose.

Con questa tradizione culturale sentita in tutto il bacino del Mediterraneo, come dimostrano le testimonianze della romanità che le guide turistiche orgogliosamente mostrano ai turisti, Med-or ha una strada segnata, utile non solamente per l’Italia ma per l’Europa intera della quale siamo il confine Sud prezioso e produttivo di pace e di prosperità.

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