venerdì, Aprile 19, 2024
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Una “Filiera musicale” per coltivare i nostri talenti

si Salvatore Sfrecola

L’Italia, si sente ripetere con enfasi, è il Paese delle arti, in particolare della musica. Di ogni genere, dalla più paludata, nota ovunque nel mondo, alle canzonette che identificano la tradizione dei territori. Eppure, la musica non trova nella didattica scolastica il riconoscimento che merita, fin dalle scuole primarie, laddove si può formare, attraverso insegnanti capaci, il gusto dell’ascolto e la capacità ad esprimersi con uno strumento.

Pertanto, al fine di allineare l’Italia agli altri paesi che in Europa e nel mondo coltivano studi musicali, e finalmente di consentire lo studio delle arti non solo a coloro che possono economicamente sostenerlo ma a tutti i “capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi” come si legge nell’art. 34 della Costituzione, il disegno di legge n. 2020 “Delega al Governo per il riordino degli studi musicali, artistici e coreutici” (d’iniziativa della Sen. Loredana Russo, relatore il Sen. Albert Laniece) mira a potenziare lo studio delle arti nella scuola di ogni ordine e grado nel presupposto che questo studio sia uno strumento indispensabile per la crescita culturale del nostro Paese, crescita che potrà ripartire solo dalla scuola se ad essa saranno destinate le attenzioni e le necessarie risorse per motivare ed appassionare le future generazioni.

L’UNAMS, l’Unione degli artisti, nel quale confluiscono i professori dei Conservatori di musica e delle Accademie d’arte, ricorda che prima della legge 508/99, in attuazione dell’art. 33 della Costituzione, lo studio di uno strumento musicale avveniva unicamente nei Conservatori. Con la riforma le Istituzioni di Alta Formazione Artistica e Musicale (AFAM) sono definitivamente collocati nel sistema della formazione al più alto livello, al pari delle Università.

Oggi, nella scuola media e superiore si pratica lo studio delle arti, soprattutto musicale (nella scuola media ad indirizzo musicale e nei licei musicali) e coreutica (nel liceo coreutico). Lo studio, però, manca nella scuola primaria (musica, danza e arti visive), nonostante sia essenziale alla formazione generale dell’alunno come primo approccio alla pratica artistica (abilità che, ricorda l’UNAMS, necessita di un apprendimento precoce). È assente, altresì, nell’attuale ordinamento scolastico, l’indirizzo coreutico nella scuola media. Il disegno di legge lo prevede colmando un gap molto sentito tra i più giovani.

Se ne parlerà questa mattina in una tavola rotonda organizzata dall’UNAMS, nella prestigiosa sala del Primaticcio della Società Dante Alighieri a Roma nel Palazzo Firenze, alla presenza di parlamentari, giornalisti e artisti.

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