domenica, Dicembre 8, 2024
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Un dibattito tra liberali a proposito dell’esito delle elezioni francesi (con uno sguardo a Londra)

Più volte questo giornale ha offerto una tribuna alle idee del Prof. Michele D’Elia, un passato di docente e di Preside, già impegnato nel Partito Liberale Italiano, che proprio di questo storico partito si sente un po’ orfano.
Suo uno scritto sulla “Diaspora dei liberali” che ha fatto molto discutere tra coloro che di quella straordinaria esperienza storica, che va da Camillo di Cavour a Giovanni Giolitti, da Benedetto Croce a Luigi Einaudi, sono in qualche misura nostalgici come di una politica protesa al “buon governo” per soddisfare esigenze generali nel rigoroso rispetto delle regole della democrazia rappresentativa, liberale appunto.
Ancora una volta il Prof. D’Elia ha scritto proponendo elementi di discussione all’approfondimento dei suoi e nostri Amici, alcuni dei quali si sono fatti vivi offrendo ulteriori elementi al dibattito.
È il caso di Alberto Conterio, di Biella, che svolge alcune considerazioni sulle recenti elezioni parlamentari francesi, tema di evidente, generale interesse sul quale anche Michele D’Elia interviene.
Ne diamo volentieri conto.
Salvatore Sfrecola

Cari amici e conoscenti,
vi rendo partecipi di una mia riflessione, sperando di provocare un dibattito (anche se a distanza) che possa aiutarci a crescere insieme…
Subito dopo le elezioni europee, un caro amico mi disse certo che l’aria stava cambiando, e che tra gli “sconvolgimenti” in atto la Le Pen in Francia avrebbe avuto un ruolo determinante nel cambiamento atteso…
Macron, un minuto dopo che il popolo di Francia aveva democraticamente votato, assegnando alla Le Pen la maggioranza relativa dei voti (in Francia) indiceva elezioni politiche interne. Era forse diventato pazzo? Era forse in preda ad un attacco isterico mal controllato?
Niente affatto. Persa la legittimità per proseguire le sue politiche antipopolari, guerrafondaie, libertine, ecologiste, globaliste pro europee, immigrazioniste, neo coloniali e finanziarie, aveva bisogno di rimettere la palla al centro. Il proporzionale a doppio turno francese, gli dava l’opportunità di riprendersi la legittimità delle urne pur essendo in svantaggio sulle effettive preferenze. Cos’è la democrazia in occidente se non finzione e ipocrisia? E il gioco gli è riuscito senza sforzo… La Le Pen è stata messa sotto. Addirittura risulta il terzo partito in Francia, ai margini dell’agone politico come è sempre stato e sarà, perché il sistema Francese, come quello Europeo, è irriformabile, è costruito per essere autoreferenziale; non deve permettere alle forze esterne al “sistema” di poter governare, neppure se risultano maggioranza!
Mi fanno sorridere coloro che ancora si ostinano a parlare di destra e sinistra politica e soprattutto mi fanno tenerezza coloro che di fronte al sorgere di opzioni politiche che guardano “diversamente”, invocano alla santa battaglia per battere “le destre” appunto. Non si tratta più da un pezzo di parlare di destra e sinistra. Occorre convincersi che la battaglia si combatte sul campo tra le forze mondialiste e globaliste e le forze che guardano alla giustizia sociale e alla sovranità del popolo.
Sarebbe seriamente opportuno invece, riflettere sull’intero sistema che da tempo ormai si è ben insediato presso le cancellerie europee/occidentali, sulla loro reale essenza democratica, e sulle rimaste possibilità che i popoli hanno conservato all’interno di questa “democrazia” per poter incidere realmente sulle scelte che condizionano il loro vite ed il loro futuro. A mio avviso, viene richiesto senza esitazione una scelta di campo decisa: basta con le paure ancestrali, è del nemico che dobbiamo aver paura!
Per tornare a parlare dell’aria che si respira in questa “Europa”, essa non sta cambiando affatto, piuttosto, sta diventando ogni giorno di più irrespirabile!
Sarei grato d’avere la vostra opinione…
Un caro saluto a tutti
Alberto Conterio

Caro Alberto,
opportune le tue riflessioni sul voto francese. Il dato che spicca fortemente sugli altri è il comportamento del Presidente Macron: si è mosso come capopartito e non come Capo di Stato.
Il parallelo con la Gran Bretagna è impietoso: in 48 ore la maggioranza di governo è radicalmente cambiata, il Re ha conferito l’incarico al capo della Sinistra e, addirittura, SuniaK si era dimesso ancora prima dei risultati ufficiali.
La Nazione non ha subito scossoni: è un cambio di marcia automatico.
Impensabile in Francia, dove, appunto come un capopartito, Macron ha chiamato a raccolta tutte le sigle politiche che poteva, per battere l’Estrema Destra di Le Pen, con la quale io non ho niente a che spartire, ma il metodo usato da Macron è proprio da congiura da basso impero: ha chiamato a raccolta tutte le sigle immaginabili, mentre il Re non si affaccia nemmeno nell’agone politico; se lo facesse diventerebbe, appunto, un capopartito ed è quello che ha fatto Macron, per non affogare.
Domanda: quali francesi e quanti, rappresenta l’Inquilino dell’Eliseo? Non certo tutti i Suoi compatrioti. E’ un Capo di Stato delegittimato, ma il sistema Gli consente di restare legittimamente. Questo è l’assurdo della Repubblica Francese, ma direi, di tutte le repubbliche, vedi gli USA.
I Presidenti, restando, non fanno che servirsi di una prerogativa, di un privilegio, che la Costituzione di quegli Stati consente loro: restano in carica, anche a dispetto di una maggioranza che non hanno più!
Veniamo all’Europa: la falsa democrazia e la globalizzazione, che tu richiami, discendono da una classe politica inadeguata ai grandi compiti da svolgere: conosco personalmente alcuni candidati, poi deputati: sono impresentabili, ma li abbiamo presentati e pure votati! Dalla loro inadeguatezza nasce lo strapotere della burocrazia, in Italia ed in Europa, perché gli stessi problemi, in misura minore, agitano tutta l’Europa; infatti, se il deputato o il senatore o il ministro sono ignoranti, si circonderanno di supini funzionari, che non li contraddicano, tanto in Italia che nel Parlamento europeo.
Essi non studiano ciò di cui debbono occuparsi e, per conseguenza, devono affidarsi ad altri.
L’attuale Governo italiano ne è l’esempio; non che prima stessimo meglio, ma un minimo di stile…
Infine, mi permetto di segnalarti un mio articolo, di un’intera pagina, pubblicato il 17 giugno dal quotidiano La prealpina di Varese, che attiene proprio ai problemi da te segnalati in sede di governo dell’Europa. Credo sia anche on line..
Come vedi, contrariamente al mio solito, che odio le mails, sono stato lungo e spero di aver bene risposto alla tua sollecitazione.
Mi permetto, in questa occasione, di ringraziare tutti coloro, monarchici e liberali, che, come Te, hanno risposto alle mie osservazioni del 20 giugno.
Terrò conto dei loro scritti nella mia futura attività.
Ringrazio anche chi non ha risposto, perché il loro silenzio è significativo. RITENGO CONCLUSO IL DIBATTITO DA ME ACCESO.
Un cordiale saluto a tutti.
Michele D’Elia

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