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Giuseppe Cacciatore, filosofo salernitano e membro dell’Accademia dei Lincei:

“nessuno può negare che quella dei Borbone sia stata una tra le peggiori dinastie europee e contemporanee. E’ quella che ha mandato in carcere e al patibolo i patrioti napoletani, che impose il giuramento davanti ai vescovi delle diocesi dei professori universitari per avere il permesso ad insegnare”.

Metternich previde che la dinastia sarebbe morta di una “infezione” contratta durante i moti del 1820 – 1821: la paura.

D’altra parte, è un fatto storicamente accertato che le sorti del Regno borbonico erano affidate ad una classe “dirigente” composta in massima parte da corrotti e da traditori, pur con alcune lodevoli eccezioni.

Lo dimostra anche la repentina decomposizione del Regno dopo lo sbarco dei Mille a Marsala.

Come ogni esperienza umana, anche il nostro Risorgimento ha avuto le sue ombre, ma non v’è dubbio che abbia costituito, per il Sud, un’occasione vera di sviluppo. Se ne ricordarono bene, solo 86 anni dopo, le genti del Sud, quando votarono a grande maggioranza a favore della Monarchia sabauda nel referendum istituzionale.

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