martedì, Marzo 19, 2024
HomeNEWSIl Taccuino del Direttore

Il Taccuino del Direttore

Mancano medici e infermieri. Eppure negli anni scorsi, e ancora oggi, le università italiane prevedono il “numero chiuso” per l’accesso alla facoltà di medicina. Ne mancano 20.000 di medici e infermieri, per cui La Repubblica del 13 ottobre a pagina 4 denuncia “il flop delle cure a domicilio”.

Certo non era prevista la pandemia da Covid-19, ma è indubbio che i governi avrebbero potuto, in una visione prospettica delle esigenze di cura della popolazione, ad esempio in relazione all’invecchiamento e alle sue esigenze sanitarie, prevedere un numero di medici e infermieri più vicino alle reali esigenze. Mentre appare lontano, molto lontano, il numero dei medici a disposizione non solo quanto a numeri assoluti, ma anche in rapporto alle occorrenti specializzazioni.

Quando si ammalano, i Presidenti degli Stati Uniti vengono ricoverati in un ospedale militare, a Bethesda se non ricordo male. Segnale inequivocabile che si tratta di ospedali di eccellenza. Perché anche in Italia non esistono simili strutture, centri di ricerca e cura alimentati da risorse pubbliche, meno sensibili di altri agli interessi dell’industria farmaceutica e della sanità privata? Interessi legittimi, si badi bene, ma finalizzati alla produzione di farmaci e al ricovero in cliniche non solo convenzionate, pertanto all’utile d’impresa, legittimo ovviamente. Tuttavia, poiché “la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività”, ai sensi dell’art. 32 della Costituzione è bene che le legittime aspettative del privato siano contemperate con l’interesse pubblico alla cura delle persone a costi accettabili anche per i meno abbienti.

“La scuola serve a formare cittadini consapevoli, a sconfiggere l’ignoranza con la conoscenza, a frenare le paure con la cultura”. Sono parole del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Naturalmente, anche se l’occasione forse non lo prevedeva la scuola ha anche un’altra missione che è fondamentale, deve formare cittadini e i futuri professionisti, quelli che occorrono per lo sviluppo economico e sociale del Paese per evitare che i giovani formati nelle scuole italiane debbano trovare lavoro all’estero come purtroppo accade negli ultimi tempi.

Non era l’occasione e così il Presidente non ha potuto dire che la scuola è sicuramente inadeguata e non da oggi. I programmi sono stati negli ultimi anni integrati da informatica e lingue straniere. Alle medie se ne prevedono ben due. Ottimo certamente, ma non si hanno notizie di approfondimenti della lingua italiana, quella che si usa nella vita e nei posti di lavoro, quella con la quale ci si presenta per iscritto ed a voce al momento della ricerca di un impiego e quando si lavora e ci si confronta con colleghi, superiori e con gli interlocutori. Ne parleremo ancora. Anche perché mancano all’appello storia e geografia, formative nella cultura generale.

Il bis a Mattarella? Non faccio questione di nomi, ma mi spaventa come liberale e culture della democrazia parlamentare, che la politica si sia bloccata dal 4 Marzo 2018, data delle elezioni legislative perché dal giorno dopo si è detto e ripetuto ossessivamente che il nuovo Parlamento avrebbe eletto il nuovo Presidente della Repubblica. Constatazione ovvia (Mattarella scade nel 2022 e la legislatura nel 2023) ma che ha avuto l’effetto di bloccare la vita democratica perché i partiti della maggioranza operano nella prospettiva di quella elezione che nella loro ottica dovrebbe portare sul Colle uno dei “loro”. E questo condiziona le decisioni politiche. Mentre il Capo dello Stato, nella prospettiva della sua rielezione, aspirazione certamente legittima, umana, che hanno avuto tutti i presidenti, appare poco propenso a censurare iniziative al limite della costituzionalità assunte dal Governo e dalla sua maggioranza, come abbiamo visto in questo tempo a proposito delle misure straordinarie di emergenza per combattere la pandemia da Covid-19.

So che un gruppo di studiosi, sollecitati dal Presidente dell’Unione Monarchia Italiana, l’Avvocato Alessandro Sacchi, stanno approfondendo il tema delle funzioni arbitrali, neutrali, di garanzia e controllo, come sono spesso qualificate quelle predisposte a tutela dell’interesse generale e per il buon funzionamento delle istituzioni. Stiamo a vedere che ne esce.

Mancano i mezzi di trasporto pubblico per assicurare il necessario distanziamento fra i viaggiatori. Eppure ci sono centinaia di pullman di proprietà delle agenzie private, inutilizzati a causa della stasi del turismo. Gli autisti sono in cassa integrazione. Non sarebbe stato possibile impiegarli per il trasporto pubblico? Altrove è accaduto. In Italia no.

“Mancano i posti per i malati gravi”, un grido d’allarme che proviene dalla Campania, ma non solo. Anche in Sardegna “siamo già al limite”, mentre in Sicilia “è record di ricoveri”. Meglio in Puglia: “per ora reggiamo”. La Repubblica del 9 ottobre a pagina 4 è come un bollettino di guerra “dal fronte”, grave in sé, molto più grave per il ritardo denunciato da tutte le strutture. Si poteva fare di più e meglio? Certamente. Sì è avuto tutto il tempo per programmare e realizzare strutture dotate di mezzi e di personale. Evidente l’incapacità del governo.

Un regalo mortale per Maria Chiara. Quello del suo fidanzato che le ha donato una dose di eroina. L’aveva chiesto lei per i suoi 18 anni. Si possono fare tanti commenti su questa triste vicenda ma uno è inevitabile. Quei due giovani evidentemente erano privi di valori civili e spirituali sostituiti dall’effimero sballo di una dose di droga che assicura un momento di astensione dalla vita di tutti i giorni. Un momento per Maria Chiara fatale. Che tristezza questa gioventù che non ha ideali, che non si prospetta le soddisfazioni dello studio e del lavoro!

1 commento

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Most Popular

Recent Comments

filippo de jorio on Cosa insegna il voto in Abruzzo
Leprotti Arturo on Un po’ di umiltà please…
Michele D'Elia on La Domenica del Direttore
Michele D'Elia on Se Calenda ha un piano B