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Frammenti di riflessioni

del Prof. Avv. Pietrangelo Jaricci

Giustizia costituzionale

La Corte costituzionale ha dichiarato che la potestà legislativa regionale nella materia concorrente delle “professioni” deve rispettare il principio secondo cui l’individuazione delle figure professionali, con i relativi profili e titoli abilitanti, è riservata, per il suo carattere necessariamente unitario, allo Stato, rientrando nella competenza delle Regioni la disciplina di quegli aspetti che presentano uno specifico collegamento con la realtà regionale; tale principio, al di là della particolare attuazione ad opera dei singoli precetti normativi, si configura quale limite di ordine generale, invalicabile dalla legge regionale, da ciò derivando che non è nei poteri delle Regioni dar vita a nuove figure professionali (Corte cost., sentenza 9 ottobre 2020, n. 209).

Dal Taccuino del Direttore

“Il Ministro dell’interno, Luciana Lamorgese risponde alle accuse di chi la ritiene responsabile del fatto che il tunisino, il quale a Nizza ha decapitato il professore che aveva parlato ai suoi studenti, per difendere la libertà di pensiero, le vignette di Charlie Hebdo, provenisse dall’Italia. Le autorità tunisine, dice il ministro, non avevano segnalato la persona come pericolosa, né i servizi di intelligence. Sfugge al Ministro che il tunisino era destinatario di un provvedimento di espulsione che non ha avuto seguito. Nessuno lo ha accompagnato alla frontiera e messo sul primo mezzo utile per raggiungere il suo paese. Unica giustificazione, se così si può dire, è che anche altri migliaia di analoghi provvedimenti non hanno avuto esecuzione. In Italia le leggi son, ma chi pon mano ad elle? Lo aveva già notato Padre Dante più di 700 anni fa (Purgatorio, XVI)” (Salvatore Sfrecola, “Il Taccuino del Direttore”, in questa Riv., 8 novembre 2020).

Ci permettiamo di aggiungere: “L’Italia è un bel giardino”!

Inerzia governativa

“Mai s’era visto un governo tanto capace nel rinviare l’improcrastinabile e coltivare l’inerzia. A che punto è dunque la notte? Buio pesto. Tutto fermo. Stagnante come un acquitrino. Non c’è soltanto l’ostinato immobilismo sfoderato con la pandemia: ambulanze, terapie intensive, scuole e trasporti. Quello che sembrava esiziale per limitare la virulenza della seconda ondata non è stato fatto. O, nei migliori casi, procrastinato. Virus a parte, però, l’attività governativa resta in un limbo limaccioso. Infrastrutture, fisco, giustizia, semplificazione, dossier economici e riforme istituzionali.

Calma e gesso. Adesso c’è ben altro a cui pensare. Peccato che lo stallo vada avanti da sempre (Antonio Rossitto, “Lo stallo. Il governo del (non) fare”, Panorama,n. 45/2020, 26 ss.).

Si vive male

Il dolore non passa, aumenta, come il numero dei contagiati, dei ricoverati, delle terapie intensive, dei morti. Lo vedi nello stress e nella tensione dei volti dei medici e degli infermieri, che non abbiamo più neppure la voglia di chiamare eroi perché questa è una guerra a rovescio, abbiamo pensato che in primavera fosse arrivata la battaglia di Vittorio Veneto e invece ora temiamo Caporetto. E lo vedi nel panorama urbano che torna a cambiare, più mobile delle sabbie del deserto. Era bloccato, poi di nuovo affollato, ora ancora una volta tetro e cupo, ma alle sirene delle ambulanze si aggiungono quelle delle camionette della polizia e i boati delle bombe carta, le bande notturne, i saccheggi, le violenze, lo sciame, il formicaio impazzito” (Marco Damilano, “Fermare la disunità nazionale”, L’Espresso, n. 45/2020, 18 ss.). 

Dossier censurato

“Il governo che non si muove con il favore delle tenebre, in realtà avrebbe più zone d’ombra del Kgb di sovietica memoria. La storia del dossier è emblematica. Realizzato durante la prima ondata da dieci ricercatori epidemiologici del distaccamento Oms di Venezia, il documento è stato certificato dai vertici dell’organizzazione e presenta uno scenario negativo sulla via italiana alla lotta alla pandemia. Secondo quanto trasmesso dal programma di Rai 3, lo scritto denuncia il mancato aggiornamento da parte del ministero della Salute di un piano pandemico vecchio, risalente addirittura al 2006 e arrivato fino a noi attraverso un maldestro copia e incolla; sottolinea l’impreparazione generale, con medici e infermieri che si contagiavano in assenza di dispositivi di protezione adeguati; racconta della scarsità dei test per individuare i positivi; parla di rimedi più teorici che pratici; fotografa la situazione negli ospedali impreparati a un tale flusso di malati gravi, con una reazione iniziale improvvisata, caotica e creativa.

Un j’accuse micidiale che entra in rotta di collisione con la leggiadra narrazione governativa proprio mentre in televisione e sui social gira il video consolatorio (con il marchio della stessa Oms) nel quale si magnifica la gestione italiana del Covid…

L’Oms redigeva il micidiale rapporto e il ministro troneggiava sull’estate nazionale. Stava preparando il libro Perché guariremo, rimasto sugli scaffali qualche ora e poi ritirato per decenza mentre i contagi ricominciavano a salire (Giorgio Gandola, “L’Italia ha gestito male la pandemia. Il mistero del rapporto Oms sparito”, La Verità, 4 novembre 2020).

Il virologo

Fino a pochi mesi fa, era una figura stimata ma non così centrale nella vita pubblica, un po’ come il palombaro o il pilota di elicottero o lo studioso di sanscrito. Ora l’improvviso boom della virologia comporta una certa confusione. Dalla prima figura apparsa sulla scena, quella del virologo severo e autorevole che richiama tutti ai dati scientifici, si è passati a una grande varietà di caratteri e personaggi, ognuno con un suo ruolo specifico. Accade ogni volta che un format televisivo (l’angolo del virologo) ha molta fortuna e dunque richiede le necessarie variazioni sul tema” (Michele Serra, “Un massaggio ai piedi e il covid non c’è più”, L’Espresso, n. 45/2020, 43).

Mancanza di strategia

Nel contrasto alla pandemia la strategia del governo sembra quella di non averne nessuna, salvo la gestione ordinaria ed estemporanea dell’emergenza. E se ce l’ha bisogna ammettere che la tiene ben nascosta.

Che la situazione sia sfuggita di mano e sia dunque gravissima nessuno ormai lo nega… I dati diffusi dalle autorità non si capisce quanto siano affidabili e invece di informare e tranquillizzare producono l’effetto contrario: aumentano la confusione e l’ansia. Gli operatori sanitari, ormai da giorni, non fanno altro che denunciare l’avvicinarsi inevitabile del collasso e chiedere un lockdown generalizzato” (Alessandro Campi, “Le regole da rispettare e la strategia che non c’è”, Il Messaggero, 10 novembre 2020).

Immobili INPS

Nel corso del programma televisivo “Fuori dal coro”, a cura di Mario Giordano, in onda la sera del 17 novembre sulla Rete 4, è stato trasmesso un servizio sul patrimonio immobiliare dell’INPS.

Tra l’altro, è stato mostrato un gran numero di immobili, anche di pregio, dislocato sull’intero territorio nazionale, da tempo completamente abbandonato ed in precario stato di conservazione.

Una situazione allucinante e di notevole gravità che ha dell’incredibile ed induce a riprovevoli giudizi sulla condotta dell’Ente.

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