di Domenico Giglio
Ancora e sempre: statistiche
La pandemia del coronavirus non si discute, si discute della sua gravità, cioè mortalità, di come è affrontata nel mondo e sulla interpretazione, nonché speculazione politica che ne è stata data in alcuni paesi, mentre in simili circostanze doveva esserci collaborazione ed unione nazionale. Invece sul banco degli accusati sono stati posti due esponenti di destra, negli USA il Trump, contribuendo probabilmente alla sua recente sconfitta, ed in Brasile il Bolsonaro, presidente democraticamente e regolarmente eletto.
Soffermiamoci sul caso brasiliano, dato che la grande stampa, succube della sinistra mondiale, dà da tempo un particolare rilievo negativo alle sue vicende, e su i 6.240.000 colpiti, con 172.000 morti. Ora la popolazione ufficiale del Brasile ammonta a 216.862.000 per cui i colpiti ne rappresentano il 2,87% e su questi i decessi sono il 2,756%. Possiamo avere dei dubbi sulle cifre, ma questo può valere anche per i dati di altri paesi, i cui regimi non possono dirsi democratici, almeno nella nostra accezione, di cui uno, la Corea del Nord, afferma la totale inesistenza del virus, che invece, magari nell’ordine di poche unità, è presente anche in stati di minime dimensioni e con poche migliaia di abitanti.
Infatti il dato complessivo aggiornato dà 62.086.291 colpiti in tutto il mondo, con 42.881.032 guariti e 1.451.186 deceduti, il 2,34% del totale, per cui, sempre in percentuale sulla popolazione mondiale di 7.540.000.000, il coronavirus ha infettato, ad oggi, lo 0,823% della stessa !
Povere seconde case ,sedotte ed abbandonate
Nelle conquiste sociali di tanti italiani dal dopoguerra ad oggi, oltre all’automobile, dopo Vespa e Lambretta, agli elettrodomestici ed altri miglioramenti, l’acquisizione di una seconda casa al mare, campagna, collina e montagna è stata un motivo di grande soddisfazione potendone usufruire nei fine settimana, nei “ponti” e nelle vacanze. Non sempre queste località scelte si trovavano vicino alla città di residenza, ma, per esempio, dal Piemonte e Lombardia la scelta era caduta sulla Riviera Ligure, dal Veneto sul Trentino-Alto Adige, dal Lazio e Campania sull’Abruzzo e Molise, e dall’Umbria sulle località dell’Adriatico o del Tirreno, e grazie sempre all’automobile era facile spostarsi e raggiungere le relative abitazioni. Non che queste abitazioni non costassero per la manutenzione, come per tutte le case abitate saltuariamente e per le imposte comunali che richiedevano tassi superiori a quelli previsti per le abitazioni dei residenti o contributi per raccolta rifiuti come fossero abitate per tutti e dodici mesi, ma tutto ciò era superato per gli altri benefici connessi all’essere loro proprietà. Questo fino a qualche mese fa, prima che il coronavirus stravolgesse tutte le abitudini e gli estremisti nel governo impedissero di raggiungere le seconde case, divieto ribadito, se in regioni diverse, anche per il prossimo periodo natalizio dimenticando che siamo in inverno e le seconde case in questo periodo, si raffreddano naturalmente, l’umidità comincia ad insinuarsi, qualche tegola vola via e magari qualche temporale fa filtrare l’acqua dentro casa dove non c’è nessuno e così aggiungiamo un altro punto negativo ai numerosi altri già provocati dai provvedimenti repressivi eccessivi e non ragionevoli presi anche in questi ultimi giorni, vedi conferma coprifuoco alle 22 compresa la vigilia di Natale. A proposito di tale orario spieghino anche come faranno titolari e commessi dei negozi autorizzati all’apertura fino a tale ora, a tornare alle loro case non potendo infrangere il blocco delle 22. Dovranno dormire nei locali (?!!?).