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A Marcello Minenna, “Direttore Generale” dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli”, non è piaciuto un mio articolo del 26 gennaio 2021. Ha ritenuto di essere stato “diffamato e calunniato”. E chiede rettifiche. Gli spiego che non ha motivi di doglianza

di Salvatore Sfrecola

Con nota raccomandata in data 1° marzo 2021, a firma congiunta del Prof. Marcello Minenna e dell’avv. Arturo Perugini, dell’omonimo Studio Legale, sito in Roma Viale Angelico, 301, mi si chiede di rettificare l’articolo, a mia firma, dal titolo “All’agenzia delle dogane un direttore (troppo) disinvolto”, pubblicato il 26 gennaio 2101 sul sito e ripreso da altri.

Ecco il testo della diffida:

“In nome e per conto del Prof. Marcello Minenna, che sottoscrive la presente ad ogni effetto di legge sia in proprio sia in qualità di Direttore Generale dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, La diffido all’immediata rettifica dell’articolo a Sua firma, intitolato “All’Agenzia delle Dogane un direttore (troppo) disinvolto” pubblicato sui siti online www.unsognoitaliano.eu all’indirizzo https:www.unsognoitaliano.eu/ e artés – TiVù/Il Giornale – Live Arte’s TV Play all’indirizzo https://ilgiornale.asrtestv.it/ poiché contenente informazioni false nonché gravemente diffamatorie e calunniosi ai danni del mio assistito.

Oltre al sopra citato titolo già di per sé stesso denigratorio, nel corpo dell’articolo si legge che il Prof. Minenna, al quale “vanno strette le leggi dello Stato”, “forte della protezione del Movimento 5 Stelle… si sente padrone dell’Agenzia” al fine di sottolineare che l’utilizzo uti dominus della res publica sarebbe agevolato dall’appoggio politico, con ciò non solo sminuendo le capacità del mio cliente ma insinuando che sia un soggetto legibus solutus per di più libero di commettere illeciti grazie a protezioni di natura politica.

Non solo.

L’articolo si presenta calunnioso e diffamatorio anche in ordine ad altre circostanze.

1. L’articolo induce il lettore a ritenere che l’Agenzia abbia acquistato 5 auto di lusso: 3 BMW, 1 Audi e 1 Lexus per la Direzione Generale, con sequenziale spreco di danaro pubblico e danno erariale, insinuando che lo stesso Minenna, in violazione di legge, abbia conferito la qualifica di agente di pubblica sicurezza ai suoi autisti. Fatti non veri.

Come ben a Sua conoscenza, le autovetture in questione, che sono quattro e non cinque, erano state acquisite al patrimonio dello Stato a seguito di sequestro amministrativo e di confisca e quindi assegnate all’Agenzia dei Monopoli sì da risultare già presenti nel proprio parco macchine. Il provvedimento a monte è la determinazione direttoriale prot. 42854/RU del 25.11.2020 a firma del Direttore Centrale Amministrazione e Finanze Dott. Paolo Lo Surdo.

Tale assegnazione determina, come è noto, oneri di manutenzione e gestione che erano già a carico dell’Agenzia.

Peraltro, due autisti dell’Agenzia hanno assunto la qualifica di agente di pubblica sicurezza a seguito di  decreto Prefettizio del 3/8/2020.

2. L’articolo induce il lettore (a ritenere che l’Agenzia e il Direttore Minenna abbiano proceduto ad una gestione irregolare del personale assegnando indebitamente compensi ad personam a persone a lui vicine. Fatti non veri.

L’accusa estremamente generica, è calunniosa e diffamatoria non risultando nessun dipendente né dell’ADM né della Direzione Generale titolare di assegni ad personam riconosciuti a seguito del conferiumento dell’incarico di Direttore Generale al Dott. Minenna.

3. L’articolo induce il lettore a credere che il Direttore Minenna utilizzi illegittimamente il titolo di Direttore Generale dell’Agenzia.

Come ben a Sua conoscenza, la qualifica di Direttore Generale per il vertice amministrativo dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli è prevista sia dalla legge istitutiva, art. 8 comma 3 D. lgs 300/1999, che dall’art.5 DPCM del 14.4.2008 contenente “DISPOSIZIONI GENERALI IN MATERIA DI CERIMONIALE E DISCIPLINA DELLE PRECEDENZE TRA LE CARICHE PUBBLICHE”.

4. L’articolo afferma che l’Agenzia e il Direttore Minenna abbiano violato le norme di legge nella selezione dei dirigenti dell’Agenzia, con scelte fiduciarie che hanno premiato soggetti esterni all’amministrazione.

In primo luogo non è vera la circostanza che il Minenna stia preferendo la modalità di assunzione esterna a discapito del concorso pubblico. Infatti, a seguito di espressa richiesta della Direzione Generale dell’Agenzia – Ufficio del Vicedirettore – il Dipartimento della funzione pubblica, con nota del 30 giugno 2020 admuc 0215131, dava il proprio avallo al reclutamento tramite concorso pubblico di 56 figure dirigenziali. Tra l’altro proprio a cura del Direttore Minenna è stato avviato il più grande concorso della storia di ADM che procederà a oltre mille assunzioni.

Stante i necessari tempi tecnici per lo svolgimento dei concorsi, comprensivi dei ritardi dovuti alla crisi pandemica, risultando l’Agenzia attualmente in grave carenza di organico strutturale e in particolar modo dirigenziale, le procedure di assunzione ex art. 19 comma sei D. Lgs. 165 del 2001, espletate< nei limiti e modalità di legge sono risultate l’unica via percorribile per colmare parzialmente le predette carenze di organico.

Attualmente, nonostante 21 dirigenti in servizio siano stati reclutati ex art. 19 comma 6 del TULP, vi sono ancora 115 posizioni dirigenziali scoperte. Di questi 21 dirigenti attualmente in servizio ai sensi del comma 6 dell’articolo 19 del D. Lgs. 165 del 2001, solamente 13 sono stati conferiti, peraltro con selezioni pubbliche, durante il mandato del Direttore Generale.

Questo dato è significativo se si va a leggere in parallelo con l’ultima falsità riportata ovvero che il Dott. Minenna starebbe declassando alcuni dirigenti per favorire i suoi.

Per confutare questo dato basterà far presente che a fronte di n. 13 dirigenti ex comma 6 nominati durante la Direzione del Dott. Minenna n. 12 sono funzionari interni all’Amministrazione finanziaria, “promossi” a incarico dirigenziale, e solamente 1 dirigente risulta essere stato selezionato tra il personale esterno all’Amministrazione.

5. Per finire l’articolo sostiene che c’è chi viene inviato in missione dal Veneto in Campania dove certo non mancano funzionari con indennità di alcune migliaia di euro inducendo, anche in questo caso, il lettore a ritenere che vi sia sperpero di denaro pubblico per attività improprie dell’amministrazione.

In considerazione della citata carenza di organico dell’Agenzia, pari a migliaia unità di personale nelle qualifiche di funzionario e assistente doganale, per lo svolgimento di alcune specifiche attività di controllo, in particolar modo in Campania, viene utilizzato personale proveniente da altre regione in missione, al fine di poter consentire lo svolgimento di importanti funzioni, anche di Polizia Giudiziaria, senza il rischio di condizionamenti territoriali.

Ai sensi dell’articolo 8 della legge n. 47 del 1948, La diffido pertanto a rettificare immediatamente l’articolo in oggetto con lo stesso mezzo e lo stesso rilievo dato alla notizia non vera, mediante correzione del titolo ed eliminazione del testo citato, con l’avvertenza che in difetto ricorrerò all’Autorità Giudiziaria ai sensi del medesimo articolo di legge per ottenere un provvedimento coattivo in tal senso. Con riserva inoltre di esperire ogni azione necessaria nelle competenti sedi anche al fine dell’accertamento e del risarcimento dei gravi danni da Lei causati al mio assistito nonché all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.

La presente da intendersi quale formale messa in mora e atto interruttivo di qualsivoglia prescrizione.

Distinti saluti

(Prof. Marcello Minenna)

In proprio e n.q, di direttore Generale di ADM

Avv. Arturo Perugini

Rispondo

Ho voluto pubblicare integralmente la richiesta di rettifica di quanto ha formato oggetto dell’articolo del 26 gennaio 2010 per affidare, in primo luogo, al giudizio dei lettori se sia “già di per sé denigratorio” il titolo nel quale si qualifica il Prof. Minenna “(troppo) disinvolto”. Ora disinvolto significa, come si legge a pagina 136 del secondo volume del Vocabolario della Lingua Italiana dell’Istituto Treccani, “libero, franco nei modi, non impacciato”. “Troppo ardito”, “che risolve i problemi”. Comunque lo si voglia intendere, anche in senso critico, non è un giudizio “già di per sé denigratorio”. È chiaro che se si contestano le modalità di applicazione di una legge tendenti ad estendere l’ambito della fattispecie ricomprese è normale dire che “va stretta”. Che poi è una situazione ricorrente in una legislazione soggetta a continue revisioni. Come nel caso dell’art. 19, comma 6, del d. lgs. n. 165 del 2001, via via integrato fino a snaturarne l’originaria giustificazione, tanto da formare oggetto di riflessioni critiche di studiosi e magistrati.

Ora non è dubbio che, di fronte ad un articolo che si ritiene contenga “informazioni false nonché gravemente diffamatorie e calunniose”, si possono avere reazioni diverse. Quella di chiedere precisazioni e correzioni, contestando l’esattezza dei dati e delle considerazioni svolte. Con garbo. Oppure minacciando azioni giudiziarie e richieste risarcitorie.

Delle due modalità che ci consegna l’esperienza giornalistica il Prof. Minenna ha scelto la seconda.

Mai contesterei la libertà di scelta di una difesa. Anche quando è evidente l’intento intimidatorio, una costante da sempre dei detentori del potere politico ed economico. A volte la si definisce “arroganza del potere”. Un tema che interesserebbe sicuramente l’Ordine dei giornalisti cui spetta la tutela della libertà d’informazione.

Ma forse il Prof. Minenna è solamente un po’ in ansia, a quanto si legge su Il Foglio di oggi in un articolo “Minenna cadente”, a firma di Luca Roberto. Nella fiducia che il riferimento all’ansia non venga interpretato come calunnioso.

Ma veniamo ai vari punti nei quali si articola la nota del Prof. Minenna e dell’avv. Pellegrini.

In primo luogo appare singolare che si ritenga offensiva o calunniosa l’affermazione che il Prof. Minenna godrebbe di un “appoggio politico”. I Direttori delle agenzie sono scelti dall’Autorità politica sulla base di una valutazione, assolutamente discrezionale, anche in ragione di una accertata consonanza “politica” del prescelto con il governo e la sua maggioranza. Il che non mette in discussione la professionalità del nominato. Il posto di Direttore delle agenzie non è messo a concorso pubblico, è conferito dall’autorità politica che evidentemente ritiene la persona capace e affidabile.

La vicinanza del Prof. Minenna al M5S è stata ripetutamente richiamata dalla stampa (su internet si possono trovare decine di articoli). È dimostrata dalla attività di Assessore al bilancio della Giunta Raggi, ruolo richiamato nel curriculum pubblicato sul sito dell’Agenzia. Non c’è nulla di male. Il Movimento è un partito presente in Parlamento, non è un’associazione segreta.

Un’informazione. Anche a me persona amica, vicina al M5S, aveva chiesto se fossi stato disponibile a ricoprire quel ruolo. Ho ringraziato per la stima ma ho fatto presente di non essere interessato, nonostante l’amore per la mia Città.

Punto 1

Quanto alle auto indicate (quattro e non cinque), il Prof. Minenna afferma che sono state acquisite al patrimonio dello Stato a seguito di confisca (della quale non si ha notizia nei comunicati stampa dell’Agenzia delle dogane e dei Monopoli – 2020 (adm.gov.it) ed assegnate all’Agenzia, e che agli autisti è stata attribuita la qualifica di “agente di pubblica sicurezza” dal Prefetto.

Se ne prende atto. Peraltro non è chiaro quando siano state confiscate ad esempio la BMW targata GC653HM, che risulta immatricolata l’11.9.2020, e l’AUDI targata GC754TH, che risulta immatricolata il 26.10.2020, richiamate, insieme alle altre due, nell’ordine di servizio prot. 424883 del 23 novembre 2020.

Certamente c’è una spiegazione. Ma il Prof. Minenna converrà che non è chiaro. E comunque è fuori luogo, dunque, scrivere “Come ben a Sua conoscenza”. Non poteva essere a mia conoscenza la richiamata confisca. Bastava una precisazione ed una richiesta di rettifica della notizia. Pur persistendo dubbi sulle date di immatricolazione delle auto sopra richiamate.

Punto 2

Sul punto della gestione del personale.

Analizzando la “gestione” dei dirigenti risulta che gli uffici della Direzione Interregionale (ora DT V) Campania Calabria e quelli degli uffici periferici (escludendo gli uffici dei Monopoli) sono composti da 11 strutture di livello non generale per le quali sono previsti:

– tre dirigenti in Direzione Interregionale quali Ufficio di Supporto, Ufficio di Linea ed Ufficio Antifrode,

– otto dirigenti per gli uffici periferici delle dogane: Benevento, Caserta, Napoli1, Napoli2, Salerno, Catanzaro, Gioia Tauro e Reggio Calabria.

Solo cinque dei predetti uffici sono diretti da dirigenti di ruolo assegnati a strutture di terza (uno) e quarta fascia di livello dirigenziale:

– Reggio Calabria (quarta fascia), retto ad interim da un dirigente di ruolo presso gli uffici centrali;

– Ufficio di Supporto presso la Direzione Territoriale (terza fascia), diretto da un dirigente di ruolo dal 1999;

– Ufficio di Benevento (quarta fascia) diretto da un dirigente di ruolo dal 2020;

– Ufficio di Caserta (quarta fascia), diretto da un dirigente di ruolo dal 1999.

Tutti gli altri uffici (quattro di 1^ fascia, uno di 2^ ed uno di 4^ fascia) sono retti da personale con incarico dirigenziale – conferiti nel 2020 – di livello non generale con contratto a tempo determinato ai sensi dell’art. 19, comma 6, del D. Lgs 165 del 2001, due dei quali hanno l’interim di altri uffici (quello di 2^ e di 4^ fascia).

La determina delle graduazioni delle posizioni di livello non generale è stata emanata mediante nota prot. n. 136443/RU del 17/12/2018.

La decisione di assegnare personale non dirigenziale alla guida di strutture di prima fascia appare dubbia, tenuto conto dei dodici dirigenti vincitori del VII corso concorso SNA assegnati, dal 20/07/2020, tutti in uffici di terza e quarta fascia.

Ancora, il dirigente nominato direttore dell’ufficio di prima fascia di Napoli1 il 23/04/2019 (con contratto di tre anni), il 16/10/2020 è stato spostato all’ufficio di terza fascia Ufficio di Supporto della Direzione V Campania benché lo stesso non avesse partecipato all’avviso prot. n. 309788 del 10/09/2020 per l’acquisizione della disponibilità per il predetto ufficio.

Per l’ufficio (1^ fascia) delle dogane di Napoli1 è stato nominato – sempre ex art 19, comma 6 – dal 1° dicembre scorso un funzionario (già di Area 3 F5 in servizio presso l’Ufficio delle Dogane di Siracusa, ufficio di 2^ fascia; non aveva incarichi dirigenziali e non aveva vinto neanche la procedura selettiva interna per le 218 POER per le Dogane e Monopoli, completata nel 2019).

Il direttore dell’Ufficio di Benevento (4^ fascia), con incarico decorrente dal 07/09/2020 (retribuzione di posizione € 19.109), proviene dall’incarico di direttore dell’ufficio di Napoli2 (1^ fascia; retribuzione di posizione € 33.570), rinnovato a decorrere dal 01/01/2020 per la durata di tre anni. Ha perduto, dunque € 14.461. Possiamo dire che è stato “declassato”?

Contestualmente si è dovuto procedere alla avocazione della conduzione della Direzione Territoriale V Campania Calabria, assegnata al dirigente di prima fascia con incarico di livello generale con atto del 26/4/2019 e durata di 3 anni.

A Salerno era stata inviata, ad inizio del 2020, una funzionaria (anch’essa in distacco dall’Ufficio di La Spezia…) che, con disposizione dell’agosto scorso, è stata assegnata all’Ufficio Antifrode della Direzione. La disposizione recita: “vista la richiesta del dirigente dell’Ufficio Antifrode,… si dispone il trasferimento della predetta”.

Punto 3

L’uso della qualifica di “direttore generale”, afferma il Prof. Minenna, sarebbe corretto sulla base della legge istitutiva delle agenzie, il d.lgs. 300/1999. Non sono stati di questo avviso il Direttore Generale delle finanze, Fabrizia Lapecorella (prot. DF-DAEF n. 3266 del 10 aprile 2020), e il Capo dell’ufficio legislativo del Ministero dell’economia, Consigliere Glauco Zaccardi (prot. N. 0004434/2020 del 20.04.2020), che hanno invitato il Prof. Minenna “a voler intraprendere ogni utile e più opportuna iniziativa finalizzata al tempestivo annullamento in autotutela della determinazione numero 13049 del 9 Aprile 2020 e al ripristino dell’assetto organizzativo preesistente”. Ciò in quanto “la determinazione in oggetto appare illegittima in quanto adottata in violazione del combinato disposto degli articoli 60 e 71, comma tre, del citato decreto numero 300 del 1999”.

D’altra parte si legge nell’art. 7 dello Statuto dell’Agenzia: 1. “Il direttore dell’Agenzia è il legale rappresentante dell’Agenzia, la dirige e ne è responsabile…”.

In ogni caso, il comma 3 dell’art. 8 del d. lgs 300/1999 – richiamato nella nota di richiesta di rettifica – , secondo il quale “l’incarico di direttore generale dell’agenzia viene conferito…” si riferisce ad agenzie diverse da quelle fiscali. Lo si deduce dallo stesso art. 8 (nel titolo II, le agenzie) il quale prevede che “quelle” agenzie siano “sottoposte al controllo della Corte dei conti, ai sensi dell’art. 3, comma 4, della legge 14 gennaio 1994, n. 20”, mentre per le agenzie fiscali (Titolo V, Capo II, Sezione II) il comma 3 dell’art. 61 stabilisce che “la Corte dei conti esercita il controllo sulla gestione finanziaria delle agenzie, con le modalità previste dalla legge 21 marzo 1958, n. 259”.

Due forme diverse di controllo per due diverse categorie di agenzie.

Quanto, poi, al DPCM del 14.4.2008, è evidente che si tratta di una norma ricognitiva delle autorità esistenti ai fini dell’ordine delle precedenze per sua natura inidonea ad “istituire” la qualifica di “direttore generale”. La richiama (erroneamente), non la istituisce.

Dello stesso avviso Alessandro Butticé, Generale della Guardia di Finanza in congedo e già dirigente di spicco della Commissione europea, esperto in indagini e comunicazione istituzionale di polizia economico-finanziaria. Come si legge in:

Punto 4

Anche qui nessun intento diffamatorio o calunniatorio. La mia è una critica ricorrente, supportata da una diffusa riflessione tra gli amministrativisti, all’articolo 19, comma 6, del decreto legislativo n. 165 del 2001 che – come ben sanno i lettori – ha riguardato tutte le amministrazioni pubbliche. Ne ho scritto anche a proposito dell’Agenzia delle entrate, le cui nomine, tra l’altro, sono state oggetto di questioni di costituzionalità sollevate dal Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio. Il Direttore dell’Agenzia non si è risentito per la critica alla applicazione della norma. Non ha ritenuto di essere stato diffamato e calunniato. Altra classe, altro stile.

Si tratta, infatti, di una critica generale alla utilizzazione di uno strumento che, nato come forma eccezionale di ricerca di professionalità che non fossero presenti nell’Amministrazione, è andato assumendo nel tempo, anche grazie a successive “limature” del legislatore, le caratteristiche di una modalità di assunzione ad libitum dell’autorità politica, a vantaggio di persone che non avevano fatto nessun concorso, da ultimo anche provenienti dalla stessa amministrazione. Quindi è una critica generale all’uso della norma. Dagli effetti gravissimi perché mortifica i funzionari di carriera ai quali è preclusa ogni aspettativa di sviluppo. Come dimostra la circostanza che in molte amministrazioni i concorsi si bandiscono ma non si fanno, complice anche il Covid-19.

Nella nota del Prof. Minenna si parla di “selezione dei dirigenti”. La norma non prevede alcuna selezione ma nomine intuitu personae sulle quali la Corte dei conti ha avuto modo di esprimere critiche severe, da me richiamate in alcuni articoli riguardanti varie amministrazioni.

Quanto al “declassamento” di alcuni dirigenti è un fatto che vi sono casi nei quali un dirigente di prima fascia è stato assegnato ad un posto di funzione di seconda fascia, con l’effetto di richiedere necessariamente l’attribuzione di un assegno ad personam ad evitare una non consentita reformatio in peius.

Se questo è stato fatto per un qualche interesse dell’Amministrazione va certamente bene. Salus rei publicae… come sappiamo! Tuttavia, in un ordinamento improntato alla regola costituzionale della legalità, quell’interesse va precisato. Il “direttore” di una importante struttura statale di fronte al dubbio espresso sulla stampa spiega, precisa, non minaccia.

Punto 5

Il 18 dicembre 2020 il Direttore Centrale, a seguito della richiesta, proveniente dalla DTV Campania e Calabria di avvalersi di due funzionari in servizio presso la DTIII Veneto e Friuli V.G., e presso l’U.D di Padova per far fronte ad attività di controllo e alle deleghe di P.G., è stato disposto “il distacco in missione” di due funzionari alla dogana di Salerno, uno proveniente da Venezia ed uno da Padova. Da notare che la dogana di Salerno ha in organico oltre 80 funzionari (il totale dei funzionari presso gli uffici territoriali e Direzione di Campania e Calabria è pari a n. 906 unità).

La richiesta dei suddetti funzionari proveniva dalla Direzione Campania avocata a sé dal direttore dell’Agenzia.

Prendo atto che questa missione “continuativa comprese, quindi le giornate del week end” è disposta nell’interesse assoluto Amministrazione che non diversamente sarebbe stato possibile soddisfare.

Aggiunge il Prof. Minenna che “in considerazione della citata carenza di organico dell’Agenzia, pari a migliaia di unità di personale nelle qualifiche di funzionario e assistente doganale, per lo svolgimento di alcune specifiche attività di controllo, in particolar modo in Campania, viene utilizzato personale proveniente da altre regioni in missione, al fine di poter consentire lo svolgimento di importanti funzioni, anche di Polizia Giudiziaria senza il rischio di condizionamenti territoriali”.

Così spiegate le ragioni delle missioni, i relativi oneri sono certamente legittimamente a carico del bilancio dell’Agenzia. Desta, tuttavia, fortissime perplessità la motivazione di queste missioni, se essa va identificata nell’esigenza di evitare il “rischio di condizionamenti territoriali”. In parole povere, perché nessun altra spiegazione può darsi, il Direttore sembra temere che i funzionari della Campania possano subire “condizionamenti territoriali”. Se questa è l’interpretazione della frase, e non si comprende quale altro significato si possa dare a quelle parole, siamo di fronte ad una gravissima manifestazione di sfiducia del Direttore verso i suoi funzionari. Che, se è motivata, come non è da dubitare, richiederebbe un approfondito accertamento che potrebbe avere esiti disciplinari o addirittura penali. L’eventuale esistenza di funzionari potenzialmente soggetti a “condizionamenti territoriali” è questione da Commissione d’inchiesta, ministeriale (nell’esercizio delle funzioni di “alta vigilanza” che spettano al Ministro dell’economia) o parlamentare.

Mi auguro di aver chiarito tutti i punti oggetto della richiesta di precisazioni, tenuto conto che quanto scritto poggia su atti della stessa Agenzia che possono pure essere interpretati ma costituiscono fatti inequivocabili.

Soprattutto mi affido ai miei lettori ai quali è nota la correttezza con la quale vengono affrontati i temi all’attenzione dell’opinione pubblica, a volte criticamente, mai con intento denigratorio.

Ne converrà anche l’Ordine dei giornalisti, ove fosse necessario investirne la competenza a tutela della libertà d’informazione.

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