sabato, Luglio 27, 2024
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Aimone di Savoia, Principe manager, incontra a Genova industriali interessati a lavorare in Russia

di Salvatore Sfrecola

C’è desiderio in Russia di collaborazioni con imprese italiane. Se ne è fatto portavoce Aimone di Savoia, Duca d’Aosta, che, nella sua qualità di Vicepresidente di Pirelli Tyre per la Russia, ha partecipato ad un Convegno organizzato dalla Camera di Commercio di Genova sul tema “Russia: cambiamenti e opportunità”. A Mosca, inoltre, presso il Governo russo il Principe è accreditato come Ambasciatore del Sovrano Militare Ordine di Malta (SMOM). La visita nel capoluogo ligure è iniziata da Palazzo Tursi, sede del Comune, dove Aimone è stato ricevuto dal Sindaco Marco Bucci e dall’Assessore alle politiche culturali Barbara Grosso. Una visita “davvero gradita”, ha scritto Silvia Stefani, addetto stampa del Comune, riferendo che nell’incontro sono state esaminate le prospettive dell’interscambio commerciale tra Genova e Mosca, con specifico riferimento al settore della cantieristica navale e nautica. La visita istituzionale si è concluso ai Musei di Strada Nuova insieme all’Assessore Grosso.

Ad accompagnare Aimone di Savoia, i promotori e organizzatori della giornata genovese: il consigliere comunale, Mario Mascia, il Vicepresidente della Camera di Commercio, Felice NegriPiero Biglia di Saronno, già presidente di Filse e tra i saggi del sindaco Bucci e Aurelio Di Rella Tomasi di Lampedusa, già Presidente dell’Ordine degli avvocati di Genova.

Aimone di Savoia ha sottolineato come la Russia abbia “fame” di aziende che vogliano investire localizzandosi sul suo territorio e per questo ha adottato una serie di agevolazioni fiscali e diverse opportunità che per una piccola e media impresa non sono sempre semplici. Per questo la Camera di Commercio di Genova ha organizzato l’incontro con il manager che da 27 anni lavora con elevate responsabilità professionali per il mercato di Russia, Scandinavia, Medio Oriente, Africa e India, e delegato dal co-presidente per la parte italiana del Comitato Imprenditoriale italo-russo per la cooperazione economica, emanazione della Camera di Commercio italo-russa che raggruppa le diverse imprese, divise per settori merceologici.

“La Russia non è più la land of opportunities per l’export, ma stimola gli investimenti e lo fa in sicurezza, spiega: il Governo ha istituito zone economiche speciali, dove è possibile usufruire di incentivi fiscali, doganali e amministrativi, e finanziamenti se l’impresa decide di localizzare, ombrelli protettivi, agevolazioni sulle rate di finanziamento bancarie, oltre a supporti locali dei singoli Comuni sulla digitalizzazione”.

“L’export italiano in Russia ammontava a nove miliardi prima delle sanzioni – ha ricordato il Principe manager – limitato poi a sette a causa soprattutto della riduzione dell’agroalimentare. Ora l’export è tornato a nove miliardi, ma la bilancia commerciale nei suoi alti e bassi dipende più dal potere d’acquisto dei russi determinato dai prezzi del petrolio e del gas che dalle sanzioni e controsanzioni”.

Sarà, infatti, il settore agroalimentare a sperimentare un primo tentativo di sottoporre ai due governi progetti di filiera. La data è quella del 6 dicembre. “Pirelli sta già assumendo un ruolo di capofiliera nel proprio ambito”, afferma. L’agroalimentare ha un largo margine di crescita, ma sono molti i comparti produttivi italiani che in Russia hanno possibilità di affermarsi. Sono, infatti, oltre 400 le imprese italiane in Russia. Nell’agroalimentare, tra le altre, InalcaCremonini, Parmalat, Ferrero, Zuegg, Perfetti, Colussi, De Cecco; nell’automobilistico Fiat-Iveco e Pirelli; nel settore degli elettrodomestici Indesit (che produce lavatrici a Lipeck), Candy, Ariston, de Longhi. Importante anche l’edilizia-infrastrutture-trasporti nel quale operano Mapei, Marazzi (piastrelle in ceramica a Stupino, nella regione di Mosca), Buzzi Unicem, Astaldi, Rizzani De Eccher, Salini, Merloni progetti. Presenti anche i settori energetico, con Eni-Saipem, Enel, Coeclerici, e metallurgico, con Techint, Danieli, Marcegaglia. Il petrolchimico schiera Technimont e il farmaceutico la Menarini. Né manca il settore aerospaziale-difesa-telecomunicazioni e dell’alta tecnologia con Leonardo e le sue ex controllate, Italtel, Technosystem. Infine, occorre ricordare che un accordo tra Fiat e Sberbank attua, fin dal 2012, la produzione della Jeep a San Pietroburgo. 

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