lunedì, Aprile 29, 2024
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Il faccia a faccia Schlein – Meloni, personalità a confronto

di Salvatore Sfrecola

Il faccia a faccia tra Giorgia Meloni ed Elly Schlein sarà un evento di straordinario interesse che, secondo Alessandra Ghisleri, terrebbe incollati alla TV oltre il 50% degli italiani desiderosi di capire quali sono le prospettive della politica, nelle regioni e in Europa. Con inevitabili riflessi sul Governo.

Mentre gli staff delle protagoniste si consultano per decidere a quale canale affidare il confronto, i giornali ne scrivono immaginando, dalla personalità delle due donne, entrambe leader di partito con prospettive certamente diverse, a quali argomenti si affideranno. La Meloni è alla testa di una coalizione di partiti ognuno dei quali naturalmente cerca una maggiore visibilità anche dall’azione di governo con iniziative che, a tratti, la stressano anche in quanto a capo del primo partito del Centrodestra, con l’ambizione di esserlo dovunque in Italia. Elly Schlein ha esigenza di ottenere nelle regioni e in Europa un successo che consolidi la sua poltrona in via del Nazareno sempre più spesso messa in discussione dai più legati all’apparato del Partito Democratico per i quali è inadeguata nel contesto attuale nel quale Giuseppe Conte cerca di prendere la scena, e voti, e Matteo Renzi e Carlo Calenda la punzecchiano per far vedere che hanno un ruolo al di là modesto consenso elettorale rivelato dai sondaggi sulle intenzioni di voto.

È, dunque, logico pensare che la Schlein conti di uscire dal confronto incoronata come leader incontrastato dell’opposizione anche in ragione della, contestata, decisione di candidarsi in Europa, un segnale, a suo giudizio, di forza, e non alla ricerca di un paracadute se dovesse essere sbalzata dalla poltrona di segretario del partito. Specularmente Giorgia Meloni ritiene che dal confronto emergerebbe ancora di più il suo ruolo di leader incontrastato della coalizione di centrodestra.

Due diverse personalità che richiedono una riflessione che certamente le protagoniste faranno con i rispettivi collaboratori e consiglieri in relazione al pubblico che intendono convincere. Immagino, dai colloqui che ho con amici di varie professionalità ed esperienze in giro per l’Italia, che il pubblico presente al confronto televisivo sia, dal punto di vista sociale, sostanzialmente omogeneo. Composto prevalentemente da quella borghesia professionale che si sente depositaria di valori in parte coincidenti, in parte ideologicamente differenziati. Anche se la comune origine dalle  classi medie cittadine tutti accomuna quanto alle esigenze del lavoro e della sicurezza sociale e territoriale. Credo che il dibattito non assumerà i toni polemici che a volte le due usano nelle dichiarazioni alla stampa e negli interventi in Parlamento. Devono convincere soprattutto che le proposte politiche sono solide, ancorate alla realtà dei conti della finanza pubblica nella prospettiva italiana ed europea. E che in politica estera sono fedeli alle alleanze ed agli interessi dell’Italia nel Continente e nel Mediterraneo.

È ragionevole pensare che non ci sarà una divaricazione significativa sulle tematiche del confronto politico di questi ultimi mesi e, soprattutto, di quelle legate al bilancio dello Stato per il 2024, dalle molteplici sfaccettature che potrebbero dare argomenti alla leader del PD, considerate le obiettive difficoltà degli italiani indotte anche da un Fisco opprimente e da una burocrazia che mortifica il cittadino e le imprese. E qui alla Schlein saranno addebitate le occasioni mancate di una lunga esperienza di governo che non ha saputo immaginare una svolta capace di rinnovare il Paese. Schlein ha già indicato un argomento cui ricorre spesso ed al quale l’opinione pubblica è particolarmente sensibile, la sanità, che rivela, accanto ad eccellenze, gravi inadeguatezze per cui “le persone hanno smesso di curarsi”, ripete. La Meloni, per parte sua, potrà dire di aver ereditato dalle sinistre tutte le inefficienze e le storture amministrative che indignano gli italiani, tra evasione fiscale a livelli intollerabili, sprechi di risorse preziose, inadeguata gestione dell’immigrazione che rende le nostre città insicure, modestia assoluta della scuola che offre scarsissima cultura e istruzione da far valere nelle professioni.

Credo che, al di là degli argomenti che tratteranno e delle ragioni che porteranno a sostegno delle rispettive tesi, il confronto metterà in luce le rispettive personalità. E qui la Schlein farà certamente ricorso ad un tratto rassicurante, insito nella sua origine borghese, negli studi e nelle esperienze che non sono esclusivamente di partito. Ne deve tener conto Giorgia Meloni perché il politico professionista non è visto senza qualche diffidenza. E la verve alla quale ricorre sovente, che molto piace a Fratelli d’Italia, lascia un po’ indifferenti i moderati di Forza Italia, mentre è certa una qual diffidenza dei leghisti più fedeli alla “Padania” di bossiana memoria, quelli che non amano il tricolore, che, invece, Giorgia Meloni ha nel cuore, come l’unità della Nazione che potrebbe essere incrinata da un’autonomia differenziata che non convince chi se ne intende.

Non deve, dunque, trascurare l’ipotesi che la Schlein offra una immagine rassicurante di sé e del suo partito, anche per tenere ai margini quegli “scalmanati” dei 5 Stelle che hanno un leader che, per la sua immagine di ex Presidente del Consiglio e professionista affermato, non pochi consensi si è guadagnato anche all’interno del PD.

Immagino di non sbagliare, dunque, se prevedo un confronto più sulla punta di un fioretto che di una spada, convinto che, nelle attuali condizioni, buttarla in caciara o in rissa danneggerebbe entrambe le protagoniste. Ma un po’ di più chi ha una veste istituzionale.

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