sabato, Luglio 27, 2024
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È tempo di chiarezza. Il Governo è inadeguato e deve lasciare il passo

di Salvatore Sfrecola

“Non è più tempo di litigi” titola oggi in apertura del Corriere della Sera il direttore Luciano Fontana. E riprende alcune espressioni del Presidente della Repubblica nel suo discorso di fine anno, in particolare quel “riappropriamoci della nostra vita” che suona come un invito alla fiducia e alla speranza che Fontana declina come un “impegno che tutta la classe dirigente del Paese, in particolare quella politica e di governo, dovrebbe assumere senza riserve”. Perché Mattarella ha parlato di “serietà, responsabilità, solidarietà”. Facendo seguire un invito preciso: “non sono ammesse distrazioni e perdite di tempo per perseguire illusori vantaggi di parte”. È quasi un invito ad un governo di salute pubblica, di quelli imposti da un pericolo grave, quando il nemico “è alle porte” ed ogni distinguo va accantonato ed il perseguimento degli interessi “di parte” rinviato a tempi migliori, a crisi superata. E il Covid-19, lo abbiamo sperimentato in questi mesi, è un nemico potente e subdolo, da combattere in una lotta senza quartiere, con impegno corale delle autorità e dei cittadini. E, dunque, occorre evitare “litigi”.

Il messaggio è evidente. Matteo Renzi con la sua iniziativa critica a tutto campo nei confronti del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte mette in forse la sopravvivenza del Governo che risente in modo evidente dell’attacco a testa bassa del leader di Italia Viva. Lo dimostra, scrive Fontana, “il nervosismo palese nella conferenza stampa di fine anno”. Va giù duro il direttore del Corriere nei confronti di Renzi che “gioca con la crisi in piena pandemia, con contrasti così esasperati da rendere quasi impossibile una via d’uscita”. E giù a dire dei problemi del momento, sanitari ed economici. E dei fondi europei del Next generation “occasione non solo per ripartire ma per modernizzare un Paese che anche prima della pandemia soffriva di ritardi e inefficienze”. Per cui “è stupefacente l’assalto alla diligenza di questi giorni, la moltiplicazione delle richieste di bonus, sussidi, micro-interventi legati a interessi particolari”. Tutte scelte dei partiti della maggioranza di governo che sentono franare il terreno sotto i piedi, a cominciare dai 5 Stelle più che dimezzati nelle ultime elezioni e nei sondaggi rispetto alla consistenza degli attuali gruppi parlamentari.

Con questa analisi, assolutamente condivisibile, si comprende meglio il quadro politico e meno l’invito di Fontana ad evitare “litigi”. Infatti non è dubbio che la gestione dell’emergenza sanitaria ha rivelato nel corso dei mesi incertezze ed errori anche gravi, a cominciare dalla fase di allerta che non c’è stata. Inoltre, ad onta della solidarietà che adesso si invoca, il Governo ha gestito in solitario, sovente con arroganza, ricorrendo ad una normativa ritenuta sospetta di incostituzionalità da parte dei massimi giuristi di tutti gli orientamenti, una lotta alla diffusione del virus spesso ricorrendo a misure difficilmente condivisibili senza coinvolgere da subito le minoranze. Queste che sono tali nelle Camere, in conseguenza del risultato del 4 marzo 2018, ma è probabile, sulla base dell’andamento delle elezioni europee, regionali e locali e dei sondaggi degli istituti di ricerche demoscopiche che oggi siano maggioranza nel Paese. Ed è probabilmente per questo motivo che il Premier si è guardato bene di chiedere il concorso di Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia anche quando ha assunto decisioni drastiche, come la chiusura generalizzata, quella misura molto probabilmente necessaria ma, proprio per questo, da condividere con il più ampio concorso delle forze politiche. Invece abbiamo assistito a conferenze stampa del Presidente del Consiglio fantasmagoriche, ricche di affermazioni tanto roboanti quanto evidentemente esagerate, come quando affermava di aver posto in essere misure di aiuto all’economia mai viste prima, con una “potenza di fuoco” di miliardi che, poi, è stato presto evidente, erano misure spot, come quella dei monopattini, mentre chiudevano alberghi e ristoranti ovunque nel Paese, spesso senza speranza di poter riaprire in tempi ragionevoli, come nel caso delle migliaia di piccole e medie imprese che altrove in Europa venivano assistite dai rispettivi governi.

In queste condizioni chiedere la “pace politica” è un appello certamente generoso ma anche incomprensibile ai più proprio in ragione dell’analisi alla quale il direttore Fontana accompagna il suo invito a non litigare. Ed il Capo dello Stato che, a fine anno, si veste da saggio nonno degli italiani forse avrebbe dovuto nei mesi precedenti richiamare il Presidente dei Consiglio a gestire il potere con meno arroganza e maggiore rispetto dei diritti dei cittadini. Appare, dunque, tardivo l’appello del direttore del Corriere, un esercizio di buona volontà certamente sincero e apprezzabile, anche se il governo dovesse sopravvivere. Ecco, sopravvivere, perché incombe il “semestre bianco” e la maggioranza, che non sembra più essere tale nel Paese, vuole a tutti i costi eleggere il successore di Mattarella.

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