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Discorso del Presidente del Consiglio, Prof. Mario Draghi, in occasione della inaugurazione dell’anno giudiziario 2021 della Corte dei conti

Signor Presidente della Repubblica,

Signor Presidente della Corte dei Conti,

Autorità,

È con grande piacere che rivolgo il saluto del Governo in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario dalla Corte dei Conti e dell’insediamento del suo Presidente.

Conforta sapere che competenza, coraggio e visione saranno qui esercitate in piena autonomia e indipendenza, come prescrive la nostra Costituzione.

“Il controllo preventivo di legittimità sugli atti del Governo”, “quello successivo sulla gestione del bilancio dello Stato”, la partecipazione “al controllo sulla gestione finanziaria degli enti a cui lo Stato contribuisce in via ordinaria” sono i precetti costituzionali che alla Corte assegna la nostra legge fondamentale.

La Corte, in virtù del complesso delle sue funzioni giurisdizionali, si pone così quale organo di garanzia della legalità contabile e degli equilibri di bilancio dell’intera amministrazione pubblica, che sono presupposti indefettibili per la tutela dei diritti sociali della collettività. 

In tale ambito il suo indiscusso ruolo di suprema Magistratura di controllo, con riferimento alle delicatissime questioni di natura giuridica ed economica, trova immediato riscontro anche in ambito internazionale. 

Ho ripetuto più volte la parola “controllo” perché sono fermamente convinto dell’ufficio essenziale che la Corte svolge in tal senso nell’architettura della nostra cosa pubblica. Questo controllo deve essere efficiente e intransigente. Ma con la stessa fermezza considero fondamentale che tale controllo sia rapido perché le decisioni della Corte, quando intervengono lontane dagli atti sottoposti a controllo, pur se intransigenti, inevitabilmente perdono molta della loro efficacia. I tempi straordinari che viviamo lo richiedono.

L’emergenza epidemiologica e la connessa crisi economica mettono senz’altro a dura prova la richiesta di maggiore velocità e migliore trasparenza che i governati richiedono ai governanti in ogni luogo. In democrazia è più difficile rispondere a questa doppia domanda, eppure lo Stato è chiamato a farlo, pena la perdita di fiducia verso le istituzioni, che fiacca la fiducia nel futuro.

Evitare spese improduttive e far sì che l’amministrazione pubblica fosse di impulso nella promozione di investimenti pubblici e di sviluppo economico: sembrano obiettivi di oggi, ma erano le due direttrici del pensiero dei costruttori di questa Nazione, che portarono all’istituzione della Corte dei Conti e della Cassa Depositi e Prestiti.

Con una intuizione e determinazione visionaria si posero così, già a partire dalla metà dell’Ottocento, le premesse di uno Stato moderno e di un ordinamento della finanza pubblica fondato sulla distinzione tra chi ordina la spesa, chi la esegue e chi la controlla. Da allora, la Corte dei Conti è stata nella storia d’Italia un guardiano autorevole dei conti pubblici a garanzia di tutti i cittadini.

Oggi il ruolo della Corte diventa ancora più cruciale. Il Recovery and Resilience Facility riconosce al nostro Paese risorse importanti con una chiara linea di indirizzo: investire sul futuro. Sta a chi governa fare le scelte strategiche, sta a chi amministra eseguirle in maniera efficace ed efficiente e a chi controlla verificare che le risorse siano impiegate correttamente. Governo, Parlamento, Amministrazione Pubblica, Corte dei Conti e tutte le Istituzioni del nostro Paese devono essere coprotagonisti di un percorso di rinascita economica e sociale. 

Ai livelli attuali non sono i tassi di interesse che determinano la sostenibilità del debito pubblico, ma è il tasso di crescita di un Paese. Con il Next Generation, l’Unione Europea ha preso una decisione, ispirata alla solidarietà, una decisione senza precedenti. Una decisione per noi importante sotto due aspetti.

Per la prima volta in tanti anni lo Stato si trova a poter fare investimenti significativi con il solo vincolo che siano fatti bene, cioè che aumentino la crescita del Paese e quindi contribuiscano anche alla sostenibilità del nostro debito pubblico.

Vi è un secondo motivo per cui è importante per noi che questi investimenti siano ben scelti e ben eseguiti. Mai nella storia dell’UE, i governi avevano tassato i loro cittadini per dare il provente di questa tassazione ai cittadini di altri Paesi dell’Unione. È avvenuto con i trasferimenti a fondo perduto stabiliti dal Next Generation. Si tratta di una straordinaria prova di fiducia reciproca che, se validata da scelte oneste ed efficaci, potrà un giorno sfociare nella creazione di un bilancio europeo comune da cui dovrebbero trarre maggior beneficio proprio i Paesi più fragili dell’Unione. Il controllo della Corte nel validare queste scelte diviene quindi parte del processo con cui noi parteciperemo al processo di costruzione di un’Europa più responsabile ma anche più solidale.

Due sono le parole chiave di questa relazione: fiducia e responsabilità. Fiducia tra istituzioni e persone che le compongono, responsabilità nei confronti dei cittadini.

È necessario sempre trovare un punto di equilibrio tra fiducia e responsabilità: una ricerca non semplice, ma necessaria. Occorre, infatti, evitare gli effetti paralizzanti di quella che viene chiamata la “fuga dalla firma”, ma anche regimi di irresponsabilità a fronte degli illeciti più gravi per l’erario.

Tenendo conto peraltro che, negli ultimi anni, il quadro legislativo che disciplina l’azione dei funzionari pubblici si è “arricchito” di norme complesse, incomplete e contraddittorie e di ulteriori responsabilità anche penali.

Tutto ciò ha finito per scaricare sui funzionari pubblici responsabilità sproporzionate che sono la risultante di colpe e difetti a monte e di carattere ordinamentale; con pesanti ripercussioni concrete, che hanno talvolta pregiudicato l’efficacia dei procedimenti di affidamento e realizzazione di opere pubbliche e investimenti privati, molti dei quali di rilevanza strategica.

Alcuni interventi normativi adottati la scorsa estate hanno affrontato, in maniera però temporanea, queste criticità. Ora bisogna andare oltre le schermaglie normative, verificando gli effetti delle nuove disposizioni, ma soprattutto lavorando per costruire un solido rapporto di collaborazione tra pubblici funzionari e Corte dei Conti.

È mia profonda convinzione che le contrapposizioni tra istituzioni siano un gioco a somma negativa, mentre la collaborazione produce effetti moltiplicatori. È a questo principio di leale e costruttiva collaborazione che penso vada improntata la relazione tra chi agisce e chi controlla: questo principio deve guidare tutti i servitori dello Stato, controllati e controllori. 

Per questa ragione bisogna dare maggiore impulso ai processi che, pur nell’ambito dell’indipendenza che la Corte deve preservare nelle sue tradizionali funzioni di controllo e giurisdizionali, valorizzino il suo ruolo di supporto consulenziale rispetto alle Amministrazioni. Così come sempre più importante dovrà diventare l’attività di indagine di carattere generale.

Allo stesso modo bisogna agire sul versante del rafforzamento della qualità dell’azione amministrativa, a partire dalle competenze delle persone. È un diritto innegabile dei cittadini e le imprese di ricevere servizi puntuali, efficienti e di qualità. È un dovere delle Pubbliche Amministrazioni attrezzarsi perché ciò avvenga.

Il nostro impegno sarà quello di rafforzare la capacità amministrativa anche attraverso un’azione volta a selezionare le migliori competenze, a formare e riqualificare le persone, per realizzare un’amministrazione all’altezza dei compiti che il momento straordinario chiede a tutti noi.

Signor Presidente della Repubblica,

Signor Presidente della Corte dei Conti,

Autorità,

È con grande piacere che rivolgo il saluto del Governo in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario dalla Corte dei Conti e dell’insediamento del suo Presidente.

Conforta sapere che competenza, coraggio e visione saranno qui esercitate in piena autonomia e indipendenza, come prescrive la nostra Costituzione.

“Il controllo preventivo di legittimità sugli atti del Governo”, “quello successivo sulla gestione del bilancio dello Stato”, la partecipazione “al controllo sulla gestione finanziaria degli enti a cui lo Stato contribuisce in via ordinaria” sono i precetti costituzionali che alla Corte assegna la nostra legge fondamentale.

La Corte, in virtù del complesso delle sue funzioni giurisdizionali, si pone così quale organo di garanzia della legalità contabile e degli equilibri di bilancio dell’intera amministrazione pubblica, che sono presupposti indefettibili per la tutela dei diritti sociali della collettività. 

In tale ambito il suo indiscusso ruolo di suprema Magistratura di controllo, con riferimento alle delicatissime questioni di natura giuridica ed economica, trova immediato riscontro anche in ambito internazionale. 

Ho ripetuto più volte la parola “controllo” perché sono fermamente convinto dell’ufficio essenziale che la Corte svolge in tal senso nell’architettura della nostra cosa pubblica. Questo controllo deve essere efficiente e intransigente. Ma con la stessa fermezza considero fondamentale che tale controllo sia rapido perché le decisioni della Corte, quando intervengono lontane dagli atti sottoposti a controllo, pur se intransigenti, inevitabilmente perdono molta della loro efficacia. I tempi straordinari che viviamo lo richiedono.

L’emergenza epidemiologica e la connessa crisi economica mettono senz’altro a dura prova la richiesta di maggiore velocità e migliore trasparenza che i governati richiedono ai governanti in ogni luogo. In democrazia è più difficile rispondere a questa doppia domanda, eppure lo Stato è chiamato a farlo, pena la perdita di fiducia verso le istituzioni, che fiacca la fiducia nel futuro.

Evitare spese improduttive e far sì che l’amministrazione pubblica fosse di impulso nella promozione di investimenti pubblici e di sviluppo economico: sembrano obiettivi di oggi, ma erano le due direttrici del pensiero dei costruttori di questa Nazione, che portarono all’istituzione della Corte dei Conti e della Cassa Depositi e Prestiti.

Con una intuizione e determinazione visionaria si posero così, già a partire dalla metà dell’Ottocento, le premesse di uno Stato moderno e di un ordinamento della finanza pubblica fondato sulla distinzione tra chi ordina la spesa, chi la esegue e chi la controlla. Da allora, la Corte dei Conti è stata nella storia d’Italia un guardiano autorevole dei conti pubblici a garanzia di tutti i cittadini.

Oggi il ruolo della Corte diventa ancora più cruciale. Il Recovery and Resilience Facility riconosce al nostro Paese risorse importanti con una chiara linea di indirizzo: investire sul futuro. Sta a chi governa fare le scelte strategiche, sta a chi amministra eseguirle in maniera efficace ed efficiente e a chi controlla verificare che le risorse siano impiegate correttamente. Governo, Parlamento, Amministrazione Pubblica, Corte dei Conti e tutte le Istituzioni del nostro Paese devono essere coprotagonisti di un percorso di rinascita economica e sociale. 

Ai livelli attuali non sono i tassi di interesse che determinano la sostenibilità del debito pubblico, ma è il tasso di crescita di un Paese. Con il Next Generation, l’Unione Europea ha preso una decisione, ispirata alla solidarietà, una decisione senza precedenti. Una decisione per noi importante sotto due aspetti.

Per la prima volta in tanti anni lo Stato si trova a poter fare investimenti significativi con il solo vincolo che siano fatti bene, cioè che aumentino la crescita del Paese e quindi contribuiscano anche alla sostenibilità del nostro debito pubblico.

Vi è un secondo motivo per cui è importante per noi che questi investimenti siano ben scelti e ben eseguiti. Mai nella storia dell’UE, i governi avevano tassato i loro cittadini per dare il provente di questa tassazione ai cittadini di altri Paesi dell’Unione. È avvenuto con i trasferimenti a fondo perduto stabiliti dal Next Generation. Si tratta di una straordinaria prova di fiducia reciproca che, se validata da scelte oneste ed efficaci, potrà un giorno sfociare nella creazione di un bilancio europeo comune da cui dovrebbero trarre maggior beneficio proprio i Paesi più fragili dell’Unione. Il controllo della Corte nel validare queste scelte diviene quindi parte del processo con cui noi parteciperemo al processo di costruzione di un’Europa più responsabile ma anche più solidale.

Due sono le parole chiave di questa relazione: fiducia e responsabilità. Fiducia tra istituzioni e persone che le compongono, responsabilità nei confronti dei cittadini.

È necessario sempre trovare un punto di equilibrio tra fiducia e responsabilità: una ricerca non semplice, ma necessaria. Occorre, infatti, evitare gli effetti paralizzanti di quella che viene chiamata la “fuga dalla firma”, ma anche regimi di irresponsabilità a fronte degli illeciti più gravi per l’erario.

Tenendo conto peraltro che, negli ultimi anni, il quadro legislativo che disciplina l’azione dei funzionari pubblici si è “arricchito” di norme complesse, incomplete e contraddittorie e di ulteriori responsabilità anche penali.

Tutto ciò ha finito per scaricare sui funzionari pubblici responsabilità sproporzionate che sono la risultante di colpe e difetti a monte e di carattere ordinamentale; con pesanti ripercussioni concrete, che hanno talvolta pregiudicato l’efficacia dei procedimenti di affidamento e realizzazione di opere pubbliche e investimenti privati, molti dei quali di rilevanza strategica.
Alcuni interventi normativi adottati la scorsa estate hanno affrontato, in maniera però temporanea, queste criticità. Ora bisogna andare oltre le schermaglie normative, verificando gli effetti delle nuove disposizioni, ma soprattutto lavorando per costruire un solido rapporto di collaborazione tra pubblici funzionari e Corte dei Conti.

È mia profonda convinzione che le contrapposizioni tra istituzioni siano un gioco a somma negativa, mentre la collaborazione produce effetti moltiplicatori. È a questo principio di leale e costruttiva collaborazione che penso vada improntata la relazione tra chi agisce e chi controlla: questo principio deve guidare tutti i servitori dello Stato, controllati e controllori. 

Per questa ragione bisogna dare maggiore impulso ai processi che, pur nell’ambito dell’indipendenza che la Corte deve preservare nelle sue tradizionali funzioni di controllo e giurisdizionali, valorizzino il suo ruolo di supporto consulenziale rispetto alle Amministrazioni. Così come sempre più importante dovrà diventare l’attività di indagine di carattere generale.

Allo stesso modo bisogna agire sul versante del rafforzamento della qualità dell’azione amministrativa, a partire dalle competenze delle persone. È un diritto innegabile dei cittadini e le imprese di ricevere servizi puntuali, efficienti e di qualità. È un dovere delle Pubbliche Amministrazioni attrezzarsi perché ciò avvenga.

Il nostro impegno sarà quello di rafforzare la capacità amministrativa anche attraverso un’azione volta a selezionare le migliori competenze, a formare e riqualificare le persone, per realizzare un’amministrazione all’altezza dei compiti che il momento straordinario chiede a tutti noi.

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