mercoledì, Novembre 12, 2025
HomeNEWSLa “France Ensoumise”: arrestati i due primi sospettati del furto al Louvre

La “France Ensoumise”: arrestati i due primi sospettati del furto al Louvre

dell’avv. Jacopo Severo Bartolomei

I cronisti parigini non avevano finito ancora di descrivere nel dettaglio la rocambolesca dinamica del “coup du siècle” – precisando che il bottino ammonta a circa 90 milioni di Euro (secondo stime prudenziali di esperti riconducibili al mondo della vendita all’asta di preziosi), sebbene in realtà il valore effettivo risulta Inestimabile, sia per la provenienza storica che per la pregnanza simbolica del compendio – compiuto il 19.10.25, nelle ore diurne di apertura al pubblico del Museo del Louvre, quando un laconico dispaccio trapelato nel tardo pomeriggio di sabato 25 ottobre ha dato contezza che ben due, dei quattro membri componenti il commando che ha messo a segno la clamorosa rapina dei gioielli della corona al Louvre, sono stati fermati, identificati e tratti in arresto.

Avevamo riferito (art. su IL FURTO AL LOUVRE, apparso 22.10.25) della risonanza mediatica, delle ricadute politiche e di come nell’immediatezza della rapina, fosse stata allestita una Task force di oltre 60 unità, tutti investigatori ed agenti di polizia giudiziaria esperti nella repressione del Banditismo ai danni di opere d’arte e beni culturali, appartenenti al Patrimonio nazionale. Ebbene proprio alla loro attività, col contributo determinante offerto, da un lato dai prelievi delle tracce di DNA sul luogo del crimine e sul camioncino col montacarichi utilizzato (risultato rubato) per entrare dalla finestra sita al piano primo del Palazzo ospitante il celeberrimo Museo, e dall’altro lato dalle registrazioni delle telecamere, pubbliche e private, installate nelle adiacenze del plesso e lungo il percorso di fuga del commando, si deve questa prima tappa di riscatto del proverbiale orgoglio nazionale.

Infatti gli agenti hanno fermato i due individui sospettati, di cui il primo, arrestato nella hall dell’aeroporto parigino di Roissy, in attesa di imbarcarsi alla volta di Algeri, con doppia nazionalità (franco-algerina), mentre il secondo – cittadino francese – già in possesso di biglietto aereo per il Mali, è finito in manette a Aubervillier, comune di 75.000 abitanti, nella periferia nord di Parigi (regione Ile-de-France) a spiccata connotazione islamica, al pari di altre note Banlieus. Entrambi sono giovani di 30-35 anni, accusati di “furto premeditato e Associazione a delinquere”, già noti alle forze dell’ordine quali ladri specializzati in furti “sofisticati e/o selettivi”, prevalentemente se non esclusivamente  a danno di gioiellerie.

Il Capo della Procura di Parigi, dr.ssa Laure Beccau ha riferito che “hanno un profilo da professionisti, probabilmente hanno agito su commissione.

Poiché i loro interrogatori possono durare sino a 96 ore, gli inquirenti nutrono la speranza se non di recuperare la refurtiva – ipotesi allo stato inverosimile – almeno di chiudere il cerchio, catturando gli altri esponenti della banda.

Il medesimo Procuratore Beccau sin da domenica aveva deplorato la fuga di notizie, in quanto la divulgazione sui media degli arresti avrebbe potuto nuocere alle piste investigative, che non escludono affatto la ricerca di eventuali complici nelle sale interne del Museo del Louvre.  In generale per i ladri di oggetti d’arte il colpo da metter a segno è meno rischioso, eppure molto più scenografico e dagli esiti clamorosi, di “un’ordinaria rapina in banca” o banale furto di gioielli, ove non si può escludere un confronto armato con polizia o addetti alla vigilanza.

Sono i nostri protagonisti, ladri dai “colletti bianchi o dal guanto di velluto”, un po’ ricalcando lo stereotipo del Ladro gentiluomo, all’Arsene Lupin, il maestro del travestimento, leggendario ed inconfondibile personaggio, immortalato dalla penna di Maurice Leblanc nel 1907.

In definitiva, la Francia dimostra che, nonostante i vari segnali di crisi (instabilità governativa, indebolimento tessuto economico, elevato debito pubblico, etc) che la attraversano – al pari di altri Paesi cardine della UE, annoverabili tra le 6 nazioni fondatrici – lo Stato e le istituzioni pubbliche riescono a reagire efficacemente, rassicurando i cittadini con la dimostrazione che i sogni archiviati della mitica “grandeur” sono restiì a scomparire dall’immaginario collettivo.

 Vive la Rèpublique Francaise, malgrè tous !

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Most Popular

Recent Comments

Aldo Ammendola on Trent’anni senza Babbo Italo
Marco Perletta on Vincenzo Cuoco (1770-1823)
Gianluigi Biagioni Gazzoli on Turiamoci il naso e andiamo a votare
Michele D'Elia on La Domenica del Direttore
Michele D'Elia on Se Calenda ha un piano B